Bringing Japan to Italy: episode 09 - Codice Bianco

Qualche mese fa, in concomitanza con il festival del fumetto di Novegro , abbiamo avuto l'occasione di intervistare Codice Bianco. Per questo nono episodio di 『Bringing Japan to Italy』, l'artista specializzato in sculture ed origami si racconta ai nostri microfoni.

Codice Bianco ci ha gentilmente concesso questa intervista esclusiva per Japan Italy Bridge per aiutare a promuovere e condividere sempre di più la cultura giapponese. Inoltre, parliamo di come l'arte di creare origami si sia diffusa in Italia negli ultimi dieci anni.

Special Thanks: Associazione Ocha Caffè


La città di Nara e i suoi cervi, una meta imperdibile

Continuiamo il nostro viaggio nel Giappone e oggi ci spostiamo a Nara. Capitale dell’omonima prefettura, la città di Nara è situata nella regione del Kansai. Situata a nord della prefettura, i suoi confini sono adiacenti a quelli della prefettura di Kyoto.

Nara

photo credits: lensonjapan, Blondinrikard Fröberg

Con otto templi, rovine dei periodi passati e i famosi cervi, Nara rimane non solo una delle città più belle del Giappone ma anche una delle mete più ambite dai turisti. Durante il periodo Nara, la città era la capitale del Giappone e l’imperatore viveva qui prima di spostare la sede a Kyoto.

Il periodo Heian

Durante questo periodo, sono state proposte una numerosa fonte di teorie per l’origine del nome Nara.

Nara e La teoria Nihon Shoki

The Chronicles of Japan, il secondo libro più vecchio sulla storia classica giapponese, dice che la parola Nara deriva da narasu (essere piatti, a livello). Secondo questa teoria, nel settembre del decimo anno dell’Imperatore Sujin, alcuni ribelli scalarono la Nara-yama. Qui con le forze imperiali, si sono uniti per distendere alberi e piante ed è per questo che la montagna è chiamata Nara-yama. Trattandosi della testimonianza più antica, ha anche dei riferimenti nella cultura folkloristica. Essa infatti è considera l’etimologia storica da molti studiosi.

Nara

photo credits: x768, whity

Nara e la teoria della “terra piatta”

Pensata da Kunio Yanagita nel 1936, al momento questa è la teoria più accettata. Questa proposta attesta infatti che “la conformità topografica di un area relativamente piana fra una montagna chiamata Taira nel giappone orientale e hae nel sud di Kyushu, si chiama naru nella regione Chūgoku e Shikoku del Giappone centrale. Questa parola da origine al verbo narasu e all’avverbio e aggettivo narushi”.

Inoltre, questa teoria è supportata anche da alcune parole inserite nei dialetti che si riferiscono ad un area pianeggiante con il nome di naru e naro. A maggiore supporto di questa proposta, troviamo anche l’aggettivo narui, che non è strettamente negli standard giapponesi, ma lo troviamo in utilizzo nelle aree centrali del paese. Il significato di questa parola corrisponde infatti a “gentile”, “pendenze gentili” o “facile”.

Ad ulteriore sostegno di questa sua teoria, Yanagita porta il fatto che molti di questi nomi sono stati scritti con il kanji 平 ("piatto"). Ovviamente il fatto che storicamente Nara era scritto con gli ideogrammi 平 o 平城 va ad ulteriore supporto di questa teoria.

photo credits: chrizyshot, pantoniades

Nara e le querce

Un’altra opinione comune è che Nara derivi dall’ideogramma di quercia (楢). Suggerita da Yoshita Togo, possiamo trovare questa pianta chiamata con questo nome sin dal settimo e ottavo secolo. Infatti, Narahara ad Harima (circa il Kasai di oggi) deriva dall’albero nara, che potrebbe supportare questa teoria.

Il nome Nara preso in prestito dalla Corea

Questa è una curiosità quasi sorprendente. In coreano infatti, nara (나라) significa nazione, regno. Matsuoka Shizuo sosteneva che questa potesse essere una valida origine per il nome della città. Tuttavia non ci sono poche o quasi nessuna traccia del coreano antico, e non c’è alcuna prova che questa parola esistesse nel settimo secolo.

Nara Nara

photo credits: Jirka MatousekRhett Sutphin

Le origini

L’imperatrice Genmei nel 708 decise di spostare la corte imperiale nella nuova capitale, Nara. Conosciuta come Heijō o Heijō-Kyō, la città fu la prima capitale permanente del Giappone fino al 784. Successivamente la capitale fu spostata a Nagaoka per forzare le elite metropolitane e nuove tecniche di dinastie che si stavano diffondendo nel paese. Con lo spostamento in questa città, abbiamo anche la nascita dell’omonimo periodo.

Nara Nara

photo credits: Banalities, Josemspain

La Religione

Le sei scuole del buddismo di Nara, anche conosciute meglio come Rukushū (六宗) erano una setta accademica di Buddisti. Arrivati in Giappone dalla Corea e dalla Cina nel sesto e settimo secolo, erano controllate dal nuovo governo di Nara.
A causa del coinvolgimento del governo nell’espansione religiosa, troviamo la costruzione di diversi templi nella città. Uno di questi è il sito dei Sette Grandi Templi del sud di Nara. Tuttavia, queste sette miravano a diventare la scuola principale del buddismo della Casa Imperiale del Giappone e della sua nobiltà. A causa proprio della conformazioni di questi templi, le scuole sono state appunto definite le “Sei scuole del sud del buddismo di Nara”.

Nara

photo credits: wikipedia.it

I Templi

Avendo stabilito Nara come nuova capitale, anche il tempio del clan Soga fu rilocato. L’imperatore Shōmu ordinò la costruzione del tempio Tōdai-ji e della più grande statua di Buddah in bronzo.

I templi, conosciuti come i Nanto Shichi Daiji, rimasero spiritualmente importanti anche dopo lo spostamento della capitale nel 794. Infatti, Nara ricevette il sinonimo di Nanto (南都 "La capitale del sud").

Nara

photo credits: wikipedia.it

Nanto Shichi Daiji

Letteralmente “i sette grandi templi della capitale del sud”, un nome storico comune che si riferisce al complesso di templi buddisti situati in questa città.

  • Daian-ji (大安寺)
  • Gangō-ji (元興寺)
  • Hōryū-ji (法隆寺)
  • Kōfuku-ji (興福寺)
  • Saidai-ji (西大寺)
  • Tōdai-ji (東大寺)
  • Yakushi-ji (薬師寺)

Nara divenne una città turistica già nel periodo Edo. Infatti, questi anni videro la pubblicazione di diverse mappe per i visitatori della città.

photo credits: wikipedia.it

La città Moderna

Nonostante sia stata capitale del Giappone dal 710 sino al 794, Nara divenne una città ufficialmente solo il 1 febbraio 1898. Da città di commercio del periodo Edo e Meiji, oggi Nara è una delle principale mete per i turisti grazie anche al suo ricco numero di monumenti. Inoltre, nel Dicembre 1998, la città divenne parte dei siti protetti riconosciuti dall’UNESCO come eredità dell’umanità.

deer deer Nara

photo credits: GGzeOuf, Travis, Cesar I. Martins

Il parco e i cervi

Sicuramente, una delle mete più famose è il parco di Nara assieme ai suoi immancabili cervi. Questo, è un parco pubblico istituito nel 1880, situato ai piedi del monte Wakakusa. Sotto il controllo della Prefettura di Nara, questo magico posto è casa per oltre 120 sika o shika, i famosi Cervi di nara.

I visitatori infatti, possono camminare per i prati accompagnati da questi simpatici amici a quattro zampe classificati come “monumento naturale” dal Ministero dell’Istruzione, cultura, sport, scienza e tecnologia.

shika shika shika

photo credits: Alberto Ortega, japanitalybridge.com

Secondo i locali, il cervo di quest’area era considerato sacro e il vassello ideale per una visita da uno dei quattro dei del santuario Kasuga, Takenomikazuchi-no-mikoto. Apparso sul monte Mikasa-yama, si dice fosse stato inviato da Kashima (Ibaraki) a cavallo di un cervo bianco.
Tutt’ora, questi cervi sono considerati simboli sacri e divini del santuario Kasuga e Kōfuku-ji. L’uccisione di uno di questi era considerata delitto capitale e punibile con la morte fino al 1637. Dopo la seconda guerra mondiale, il cervo fu ufficialmente spogliato dal suo stato di divinità e nominato “tesoro nazionale”, quindi soggetto a tutte le protezioni del governo.

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sika sika

photo credits: japanitalybridge.com, coniferconifer, Bill Hails, Steffen Flor

Se passate per questa città, non potete perdere l’occasione di passare del tempo insieme a queste magnifiche creature. E’ possibile anche acquistare degli appositi biscotti per nutrire i famosi cervi di Nara. Essi vi ringrazieranno con un inchino, ma attenzione, l’ingordigia è dietro alla porta, attenti a non farvi mordere!

video credits: japanitalybridge.com

 


Japan Tradition: Akita Kantō

L’Akita Kantō (秋田竿燈まつり) è il festival della città di Akita. Si celebra dal 3 al 7 agosto con lo scopo di pregare per avere un buon raccolto. Questo festival è molto particolare, e per parteciparvi c’è bisogno di avere delle abilità particolari.

Akita Kantō

photo credits: Zamboni.

La particolarità dell’Akita Kantō

Se non avete mai avuto la possibilità di assistere a questo matsuri particolare, sicuramente oggi ne rimarrete sorpresi. Infatti, i festeggiamenti consistono del portare in parata notturna lungo le strade della città dei pali di bamboo. E fin qui potrebbe anche risultare semplice, se non fosse che questi pali hanno una lunghezza che varia dai cinque ai 12 metri. Inoltre, in cima a questi, ci sono ventiquattro o ventisei lanterne con annessi gohei (bacchette di legno). Il peso totale di questi pali può arrivare a 50 chili. Essi vengono trasportati per le strade della città sui palmi, le fronti, le spalle o la schiena dei partecipanti.

L’Akita Kantō è uno dei principali festival della regione Tōhoku assieme al Tanabata, l’Aomori Nebuta Matsuri e l’Hanagasa Matsuri. Infatti, nel 1980 è stato definito come Proprietà importante e intagibile della cultura popolare.

Akita Kantō

photo credits: Laura Tomàs Avellana, hitoyam

Le Origini

Il festival ha origine dal Neburi Nagashi, celebrazione che aveva lo scopo di liberarsi dalle malattie e dalla negatività durante l’estate. Già presente durante il periodo Horeki, nel mezzo dell’era Edo, si possono trovare testimonianze in diversi documenti storici. Una di queste è "Yuki no huru michi (The road where it snows)” scritto da Soan Tsumura nel 1789. Questo è infatti la documentazione più antica che porta descrizione del Neburi Nagashi. Qui si dice che il festival si teneva il 6 luglio secondo il calendario lunare ed è definito la tradizione originale di Akita.

Durante il Neburi Nagashi, le persone decoravano gli alberi e le piante di bamboo con pezzi di carta dove scrivevano i propri desideri. Successivamente, i partecipanti camminavano per la città con queste piante assieme a candele e lanterne. In seguito, il Neburi Nagashi prese il nome di Kanto.

photo credits: foxeight 

La storia dell’Akita Kantō

Il nome attuale dell’evento è stato usato per la prima volta da Tetsusaku Okubo nel 1881. Il questo periodo infatti, l’imperatore Meiji fece visita ad Akita. Qui Okubo suggerì di intrattenere l’imperatore con la performance Kanto.

A causa del cambio del calendario da lunare a solare nel 1872 e visto il numero minore di Kanto che partecipavano al festival, la realizzazione di quest’ultimo cominciò a risultare incerta.
Tuttavia nel 1908 l’imperatore Taisho visitò Akita e si innamorò della performance Kanto. L’anno successivo, una ditta di bibite pullicizò i propri prodotti sulle lanterne dei Kanto. Questi due eventi portarono alla restaurazione del Kanto vestival e al suo cambio di date, per evitare la stagione delle piogge.

Akita Kantō Akita Kantō

photo credits: Laura Tomàs Avellana

A seguito di ciò, il numero dei visitatori aumentò e venne fondata nel 1931 la Kanto Society, incaricata di gestire il festival.

Cancellato durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, nel secondo dopoguerra fu stabilito il Comitato Esecutivo del Kanto Festival.

Nel 1976, dopo una performance di successo a San Diego, negli USA, il Kanto divenne popolare in varie nazioni.

Cos’è il Kantō

Letteralmente, Kantō vuol dire “un palo con le lanterne” ed è fatto da pali di bamboo e lanterne in carta di riso, appese su barre orizzontali.
Il palo di bamboo principale è chiamato “Oyatake” e sono tutti prodotti in Giappone e dalle fattezze alquanto spesse. Ci sono addirittura delle regole molto severe sullo spessore e sugli spazi di giunzione dalla radice per questi pali.
Per questo, le persone che scelgono il palo devono essere molto esigenti sul tipo di bamboo utilizzato per produrre il Kantō.

photo credits: Laura Tomàs Avellana, Choo Yut Shing

I rami orizzontali sono chiamati “Yokotake” ed è qui che vengono appese le lanterne. I pezzi di bamboo utilizzati per rendere l’Oyatake ancora più lungo sono chiamati “Tsugidake”.

I Kantō si suddividono in quattro categorie dalla lungezza regolata: Oowaka, Chuwaka, Kowaka e Youkawa.

Le tecniche di Kantō

Ci sono varie tecniche per utilizzare il Kantō dal nome “Myogi” e suddivise in 5 catgorie.

Akita Kantō Akita Kantō

photo credits: Laura Tomàs Avellana

Nagashi
Gli artisti tengono il Kantō sul palmo delle mani e lo bilanciano con le loro dita. In questo modo altri artisti possono aggiungere Tsugitake

Hirate (mano)
Gli artisti tengono il Kantō ancora più in alto sul palmo della mano

Koshi (fianco)
Il Kantō è sorretto dalle dita. Successivamente spostato sul palmo della mano e poi sul fianco. L’artista si piega lateralmente e bilancia con le proprie gambe.

Akita Kantō

photo credits: Laura Tomàs Avellana

Kata (spalla)
Gli artisti tengono il Kantō sul palmo della propria mano dominante e formano una linea partendo dalla gamba al Kantō, alzandolo ancora più in alto.

Hitai (fronte)
L’artista tiene il Kantō con le proprie dita e poi lo sposta sul palmo, successivamente sulla fronte.

Durante la giornata si tengono anche delle competizioni per testare queste capacità, le Myogikai. Lo scopo è quello non solo di far vedere le proprie capacità, ma anche di studiare quelle degli altri partecipanti per imparare nuove tecniche.

Akita Kantō

photo credits: foxeight

L’Akita Kantō oggi

La data del festival è stata cambiata per ben tre volte. Attualmente si tiene dal 3 al 6 agosto di ogni anno.

La performance serale dell’Akita Kantō è quella principale e si tiene al Kanto Oodori, una delle strade principali di Akita. Qui lo scopo dei performer non è competere fra di loro, ma intrattenere i visitatori mostrando le proprie capacità e illuminando Kanto. Più di 230 vengono sollevati allo stesso momento al suono di musica di taiko e flauti.

Akita Kantō

photo credits: foxeight

Un’esperienza unica nel suo genere che vale la pena di essere vissuta a pieno, non appena ne si ha la possibilità.


Bringing Japan to Italy: episode 08 - Alex Kerr

In concomitanza con l'uscita del suo libro "La bellezza del Giappone segreto", Alex Kerr ha tenuto una conferenza a Palazzo Reale a Milano. Noi di Japan Italy Bridge abbiamo avuto l'occasione di incontrarlo e porgli qualche domanda.

In questo episodio 8 della nostra serie Bringing Japan to Italy, Alex Kerr ci racconta del suo Giappone segreto. Figlio di una famiglia della marina americana, sin da giovane età gira il mondo fra Italia, Giappone, USA, per poi ritornare nella terra del Sol Levante. Dagli anni dell'università, Alex Kerr ha fatto di Kyoto la sua base di vita.

Qui ha scoperto un nuovo mondo, un Giappone che difficilmente noi occidentali riusciamo a vedere. Un paese fatto di tradizioni, piccoli villaggi, case col tetto di paglia e pavimenti in legno antico. Ci racconta di come la sua vita sia cambiata grazie alla vincita del premio letterario Scincho Gakugei. In seguito a ciò infatti Alex Kerr è entrato in contatto un gruppo di Litterati e artisti giapponesi con i quali collabora ancora oggi.

Ma ora vi lasciamo alle parole di Alex Kerr e al suo Giappone segreto. Buona visione!

Special Thanks: Associazione Giappone in Italia

La bellezza del Giappone segreto: Amazon IT | IBS


Japan Tradition: Tenjin Matsuri

L’estate giapponese è caratterizzata dai famosi matsuri, fra cui il Tenjin Matsuri (天神祭) di cui vi parliamo oggi.

photo credits: Pic tures, jtabn99

Classificato come uno dei tre maggiori matsuri del Giappone, il Tenjin Matsuri si svolge ad Osaka. Iniziato nel 10 secolo, oggi si svolge fra il 24 e 25 luglio di ogni anno. Tuttavia, le celebrazioni maggiori si svolgono il secondo giorno, inclusa la processione lungo il fiume e i fuochi d’artificio.

Questo particolare festival è dedicato al Tempio Tanmango e alla sua principale divinità Sugawara Michizane, dio degli scolari. Come altri famosi matsuri (Gion Matsuri di Kyoto e Kanda Matsuri di Tokyo) anche qui le festività hanno inizio nel tempio.

Le festività

photo credits: hyossie,Sonali

Tutto ha inizio con la cerimonia di apertura. Qui la divinità viene invitata ad uscire dal tempio per poi cominciare una parata. Gli abitanti di Osaka intrattengono la divinità con festività esuberanti, prima di riportarlo al tempio.
Questa diventa così un’occasione per tutti per poter godere a pieno dei caldi giorni d’estate. Infatti, è possibile vedere persone indossare i costumi tradizionali e spettacolari parate.

Il Tenjin Matsuri in dettaglio

Come abbiamo detto, il Tenjin Matsuri si svolge su due giornate. La prima giornata, la mattina del 24 luglio, il festival comincia al Tempio Tenmangu. Qui la gente si riunisce per un rituale tradizionale per poi passare alle preghiere in riva al fiume. Gli abitanti di Osaka in questo modo chiedono infatti prosperità e sicurezza per la loro città. Il pomeriggio dello stesso giorno, i tamburi sono suonati da uomini con grandi cappelli rossi. Questo serve ad informare la popolazione che i preparativi per il festival sono completati.

Tuttavia, il culmine delle celebrazioni avviene alle 15:30 del secondo giorno, il 25 luglio. In questo momento, i suonatori di tamburi con i cappelli rossi guidano la processione.

photo credits: hyossie

Partendo dal Tempio Tenmangu, la parata attraversa le strade di Osaka. In questa lunga processione troviamo maschere caratteristiche. Non possiamo non citare infatti i Sarutahiko, un goblin dal naso lungo a cavallo. Queste maschere sono accompagnate da gonfiabili, musica da festival, ballerini di vario genere e altre attrazioni.

Un’ora dopo l’inizio della processione è ora per il mikoshi di uscire dal tempio. Questo “tempio portatile” contiene al suo interno la divinità Sugawara Michizane. In questa occasione, il mikoshi segue un bambino e una bambina che hanno il compito di guidare un bue sacro, messaggero di Michizane. Durante la parata appaiono altri mikoshi, ma se volete vedere quello dedicato a Michizane, tenete gli occhi aperti per il tempio con la fenice.
Alle 18, la parata arriva al fiume Okawa. Qui le persone e i mikoshi vengono caricati sulle barche per continuare la parata sul fiume.

photo credits: jtabn99pasteis de nata

Il Tenjin Matsuri e le "barche teatro"

E' anche possibile trovare delle “barche teatro”. Infatti su alcune di queste imbarcazioni è possibile assistere a performance del tradizionale teatro Noh e Bunraku. Inoltre, in mezzo a tutte queste imbarcazioni, si possono anche vedere i Dondoko, piccole barche che si spingono agilmente lungo il fiume grazie a giovani vogatori.

 

photo credits: elmimmowolf4max

Non possiamo poi dimenticare le infinite delizie dello street food di Osaka, città estremamente famosa per il suo cibo.

La processione continua mentre le celebrazioni vanno avanti durante la sera. Il culmine si raggiunge nuovamente dalle 19:30 alle 21:00 quando comincia lo spettacolo dei fuochi artificiali. Il Giappone si sa, è famoso per i suoi spettacolo di fuochi artificiali. Tuttavia, quelli del Tenjin Matsuri assieme alle sue navi illuminate che si riflettono sul fiume, regalano uno spettacolo unico nel suo genere.
Dopo la fine dei fuochi artificiali, i mikoshi sbarcano e rientrano verso il tempio per le 22:00, segnando così la fine del festival.

photo credits: Ced'ceenoei 

L’affluenza

Il Tenjin Matsuri è solitamente uno dei momenti più affollati dell’anno, specialmente lungo le rive del fiume durante lo spettacolo serale. Infatti, per assistere allo spettacolo dei fuochi artificiali è davvero difficile trovare il posto giusto per poter godere a pieno dello spettacolo.

Tuttavia, esiste la possibilità di acquistare dei biglietti per dei posti a sedere localizzati vicino la stazione di Temmanbashi. Il costo è di circa 6000¥ e richiede la prenotazione in anticipo. Questo vi permetterà di avere una buona visuale della processione ma non una visuale perfetta dei fuochi artificiali.

photo credits: japannewbie, Mi-Shin Shinoyama

I ponti presenti lungo il fiume Okawa sono chiusi durante la parata e offrono un posto avvantaggiato come visuale. Tuttavia, i visitatori non possono sostare a lungo per garantire un traffico scorrevole di tutte le persone presenti. Invece, Il ponte Kawasaki viene chiuso anche al pubblico anche perché alle persone comuni non è concesso di guardare la divinità del tempio dall’alto.

La città addobbata

Durante il Tenjin Matsuri, Osaka si addobba di mille colori, luci, torce, fiaccole e lanterne lungo tutto il centro della città. Uno spettacolo imperdibile sia per i locali che per i turisti!

Se avete assistito ai passati matsuri o avete intenzione di partecipare al prossimo in arrivo, fateci sapere cosa ne pensate!

photo credits: Laura Barrio


Bringing Japan to Italy: episode 07 - Yoko Takada

Qualche mese fa, in concomitanza con il festival del fumetto di Novegro , abbiamo avuto l'occasione di intervistare Yoko Takada. Per questo settimo episodio di 『Bringing Japan to Italy』, l'artista specializzata nella cultura giapponese, cerimonie del tè, della vestizione del Kimono e molto altro si racconta ai nostri microfoni.

Yoko Takada ci ha gentilmente concesso questa intervista esclusiva per Japan Italy Bridge per aiutare a promuovere e condividere sempre di più la cultura giapponese. Inoltre, parliamo di quali siano le somiglianze fra Giappone ed Italia, e per quale motivo l'inchino sia così importante nel paese del Sol Levante. Voi lo sapevate? Buona visione!

 


Age of Samurai: Battle for Japan presto su NETFLIX

Per tutti gli appassionati di serie tv che ultimamente stanno attraversando una crisi di abbandono (o disgusto) per l’ultima serie di Game of Thrones, ormai conclusa, non disperate, è in arrivo «Age of Samurai: Battle for Japan».

photo credits: wikipedia.org

Age of Samurai: Battle for Japan, la serie

Secondo Deadline, Netflix in collaborazione con Blu Ant Media-run Smithsonian Canada, avrebbe inserito nella sua programmazione Age of Samurai. Descritto come un vero e proprio Game of Thrones del Giappone feudale, la serie racconterà la storia delle guerre tra i vari regni di quell’epoca.

Stando alle anticipazioni, il focus della serie sarà la figura di Date Masamune, famoso samurai anche noto come One-Eyed Dragon. Egli combatté al fianco dei tre padri fondatori del Giappone, signori della guerra che guidarono feroci eserciti di samurai l'uno contro l'altro. Scopo di queste guerre era l’unificazione della nazione circa 400 anni fa.

La figura epica di Date Masamune, la cui leggenda racconta di aver perso un occhio infettato dal vaiolo da bambino, è protagonista in questa serie tv. Dopo aver ucciso il fratello minore, succedette come capo del clan al padre a soli 17 anni.
Conquistando anche i clan vicini, Date Masamune cominciò l’ascesa al potere per unificare il giappone settentrionale sotto il suo controllo.

Dettagli di produzione

Netflix ha incaricato di produrre la serie alla casa di produzione canadese Cream Productions, già dietro alla serie PBS The Dictator's Palybook, BTK: A Killer Among Us e Fear Thy Neighbor

Produttori esecutivi, oltre al CEO di Cream e al co-fondatore David Brady, al presidente Kate Harrison e al senior production executive Matthew Booi, saranno Simon George del film Jason Silva per Nat Geo Origins: The Journey of Humankind, Barbarians Rising per History e il documentario di Showtime Pariah: The Lives and Deaths of Sonny Liston.

photo credits: dualshockers.com

A sentire la fonte, le riprese di Age of Samurai: Battle for Japan si svolgono già tra Giappone, Stati Uniti e Canada. La serie è infatti prevista in arrivo su Netflix entro fine anno.

Noi non vediamo l’ora e attendiamo in trepidazione di vedere questa nuova serie tutto d’un fiato! E voi?


Festa del Giappone 2019 Video Report

Il 9 giugno, abbiamo avuto il piacere di partecipare alla "Festa del Giappone". Organizzato dai nostri amici di Giappone in Italia presso il Circolo Magnolia a Milano, l'evento è stato un vero e proprio successo!

Fra bancarelle, workshop, conferenze e spettacoli tutti legati al Giappone, il pubblico ha potuto tuffarsi anche solo per un pochino nella vera cultura giapponese. Bambole Kokeshi, quadri e tante ghiottonerie che hanno attirato l'attenzione di tutti i visitatori. Partendo dagli Okonomiyaki passando per il tipico riso al curry giapponese fino ai famosi Takoyaki, la Festa del Giappone ha coinvolto anche diverse personalità della scena del Sol Levante a Milano.

Noi di Japan Italy Bridge abbiamo fatto un piccolo video recap e speriamo di vedervi alla prossima Festa del Giappone!