Japan Travel: Shibuya

La dinamica Shibuya

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Shibuya (渋谷区 Shibuya-ku), conosciuta come la zona più dinamica della città, è uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo. Si sviluppa attorno all’area della stazione omonima, tra le più trafficate della capitale, che si apre sullo Shibuya Crossing, l’attraversamento pedonale più affollato del mondo.
Tutti i palazzi della zona sono corredati da mega schermi che illuminano l’intero quartiere al calare della sera. Le strade sono ricche di negozi, come lo 109 (Ichi-maru-kyū) iconico centro commerciale, e in particolare si possono trovare negozi di musica, ristoranti e i famosi “love hotel”. Questi sono concentrati soprattutto nella cosiddetta Shibuya’s Love Hotel Hill . A rendere il tutto ancora più caratteristico sono i giovani tra i quali impazza l’arte del cosplay e….. beh, Shibuya è anche uno dei quartieri dove la Yakuza è più presente!
Se non sapete cosa sia la Yakuza, il mistero è presto svelato. È la famosa organizzazione criminale giapponese suddivisa in numerose bande chiamate kumi o bōryokudan (letteralmente ‘gruppo violento) secondo la terminologia legale. Le sue radici provengono addirittura dal periodo Edo.

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Uno dei simboli di Shibuya però è il celebre monumento dedicato ad Hachiko, il cane divenuto famoso per la fedeltà nei confronti del suo padrone Hidesaburō Ueno. Purtroppo la statua è semplicemente una riproduzione di quella andata perduta durante la Seconda Guerra Mondiale.

Un quartiere, tante curiosità

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Sicuramente il nome “Shibuya” non è sconosciuto alle orecchie di nessuno. Gli amanti degli anime si saranno accorti che, ad esempio, in Super Gals! i riferimenti a questa zona sono innumerevoli. Senza contare che la protagonista ha l’abitudine di salire sulla statua mettendosi in sella ad Hachikō per liberarsi da tutti i suoi pensieri! Nei Digimon il treno per “Digiworld” parte proprio dalla stazione di Shibuya, ma non è solo negli anime che troviamo questo tipo di riferimenti. Nel videogioco per Nintendo DS The World Ends with You, è possibile aggirarsi nel quartiere fedelmente riprodotto in tutti i suoi luoghi-simbolo.
Ultima, ma non per questo meno importante, è proprio qui che nasce il genere musicale Shibuya-kei, fusione tra musica elettronica e pop, appartenente alla categoria del J-pop.

Il distratto di Harajuku

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Harajuku (原宿 letteralmente “alloggio nel prato”) è la zona più conosciuta per essere una miniera di tendenze giovanili estremamente innovative. Due sono le principali strade dello shopping Takeshita e Omotesandō. La prima è dedicata alle mode giovanili in cui abbondano negozi di articoli in stile lolita, visual kei, rockabilly, punk, e cyberpunk. Omotesandō invece, gli “Champs-Élysées di Tokyo” è dedicata a negozi come Louis Vuitton, Chanel, Prada, Tod’s, solo per citarne alcuni. Le giovani che popolano le strade di Harajuku vengono identificate con il termine Harajuku girls. Sono adolescenti abbigliate secondo svariati stili anche molto diversi fra loro, ma accomunati da una generale eccentricità e colori che non passano inosservati. Queste ragazze possono essere esponenti di varie subculture, fra le quali le più importanti sono lolita, ganguro e kogal.

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Il Visual Kei nasce qui

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La corrente musicale Visual Kei – dall’inglese visual (“visivo”) e dal giapponese kei (系, “stile”)- nata attorno alla fine degli anni Ottanta, si è sviluppata proprio attorno a questo quartiere. Il principio di questo movimento musicale è la dimensione estetica. Infatti, i gruppi musicali ad esso appartenenti si distinguono per la grande teatralità ed attenzione all’aspetto visivo e scenografico. Uno degli elementi più caratterizzanti è sicuramente la presenza esclusiva di musicisti uomini. Essi affondano le loro radici nello storico e raffinato Teatro Nō in cui gli uomini recitano anche i ruoli femminili. Il canone è quello di una bellezza virile che esalta la figura della donna come riferimento unico di bellezza anche per il sesso maschile.
Curiosamente si pensa che “Visual Kei” derivi da uno degli slogan della band X Japan, pioniera del genere: “Psychedelic violence crime of visual shock”.
Harajuku è il luogo perfetto per immergersi in questa subcultura, in particolare sul Jingu Bashi (“ponte del santuario”), ponte pedonale che collega il centro di Harajuku con il Santuario Meiji.

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