Le strategie di marketing più efficaci in Giappone

Il Giappone è un mercato unico, dove tradizione e innovazione si intrecciano dando vita a strategie di marketing originali ed efficaci. Comprendere il comportamento dei consumatori giapponesi è fondamentale per chi vuole avere successo in questo affascinante Paese. Ecco cinque strategie vincenti per conquistare il pubblico nipponico.

1. Marketing esperienziale: il coinvolgimento prima di tutto
I consumatori giapponesi amano vivere esperienze coinvolgenti prima di acquistare un prodotto. Eventi interattivi, pop-up store e dimostrazioni pratiche sono strumenti molto apprezzati. Brand come Shiseido e Sony organizzano spesso esperienze immersive per permettere ai clienti di testare i prodotti in prima persona, rafforzando così la connessione con il marchio.

2. Collaborazioni con influencer e idol locali
Gli influencer giapponesi, noti come "Key Opinion Leaders" (KOL), giocano un ruolo chiave nelle decisioni d'acquisto. YouTuber, streamer e idol del mondo pop hanno un seguito enorme e godono di grande credibilità. Collaborare con loro attraverso recensioni, sponsorizzazioni e campagne mirate può garantire un impatto notevole sul pubblico.

3. Packaging e design accattivante
L'estetica in Giappone ha un valore immenso. Un packaging curato nei minimi dettagli può fare la differenza tra un prodotto di successo e uno che passa inosservato. Molti marchi investono in confezioni elaborate, ispirate alla cultura locale o alla filosofia del "kawaii", per attrarre l’attenzione dei consumatori.

4. Strategie omnicanale per un'esperienza senza soluzione di continuità
L’integrazione tra negozi fisici e piattaforme digitali è essenziale. I brand di successo in Giappone offrono un'esperienza fluida tra e-commerce, social media e punti vendita tradizionali. Grandi nomi come Uniqlo permettono ai clienti di acquistare online e ritirare in negozio, creando un ecosistema d'acquisto comodo ed efficiente.

5. Approccio pubblicitario discreto ma efficace
A differenza di altri mercati, in Giappone la pubblicità aggressiva è spesso controproducente. Le aziende preferiscono messaggi raffinati, storytelling emozionale e contenuti che valorizzano la qualità del prodotto piuttosto che tecniche di vendita dirette. Spot televisivi dal tono poetico e campagne digitali minimaliste sono tra le più apprezzate dal pubblico.

Adattarsi alle peculiarità del mercato giapponese significa adottare strategie mirate, rispettose delle preferenze locali e capaci di creare un legame autentico con i consumatori. Comprendere questi elementi può fare la differenza tra un ingresso di successo e un passo falso in un mercato tanto esigente quanto affascinante.
Una comunicazione efficace è essenziale per ogni azienda o progetto. Japan Italy Bridge nasce con l'obiettivo di connettere e promuovere le aziende italiane in Giappone e quelle giapponesi in Italia, offrendo soluzioni su misura per amplificare la vostra visibilità e rafforzare il vostro brand. E' grazie al nostro team di esperti e a una rete di collaboratori qualificati che sviluppiamo strategie di comunicazione e marketing personalizzate, fornendo tutti gli strumenti necessari per raccontare la vostra realtà nel modo più efficace e coinvolgente.
I nostri servizi:
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Branding – Costruzione e rafforzamento dell'immagine aziendale.
Web Design – Sviluppo di siti web moderni e funzionali.

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Case Study: Uniqlo, il Modello di Strategia Globale di un Colosso Giapponese della Fast Fashion

Uniqlo non è semplicemente un marchio di fast fashion, ma una vera e propria case study di strategia globale di successo. Fondata nel 1984 in Giappone, l'azienda ha saputo distinguersi in un mercato saturo grazie a un modello di business innovativo e a una filosofia chiara: offrire abbigliamento di qualità a prezzi accessibili, senza rincorrere tendenze effimere.

L'Essenza della Strategia Uniqlo
A differenza di competitor come Zara e H&M, Uniqlo non si concentra sulla moda veloce e sulle collezioni stagionali. Il cuore della sua strategia è il concetto di "LifeWear": capi essenziali, funzionali e durevoli, progettati per adattarsi a ogni stile di vita. Un approccio che riduce la necessità di continui rinnovi di collezione e crea un legame di fiducia con i consumatori.

L'Integrazione Verticale: Il Segreto del Successo
Uniqlo controlla direttamente l'intero processo produttivo, dalla progettazione alla distribuzione. Questa integrazione verticale consente di mantenere prezzi competitivi senza compromettere la qualità. Inoltre, collabora con aziende tessili avanzate per sviluppare materiali innovativi, come la tecnologia HeatTech per l'abbigliamento termico e AIRism per capi leggeri e traspiranti.

Espansione Internazionale e Adattamento Locale
L'internazionalizzazione è stata un pilastro fondamentale della crescita di Uniqlo. Oggi il marchio conta migliaia di negozi in tutto il mondo, con una forte presenza in Asia, Europa e Nord America. Il successo globale è frutto di un perfetto equilibrio tra coerenza del brand e adattamento alle preferenze locali. Ad esempio, in Cina Uniqlo ha saputo integrare il modello omnicanale con un'elevata presenza digitale, mentre negli Stati Uniti ha puntato su flagship store iconici per rafforzare la brand awareness.

Marketing Minimalista ma Efficace
A differenza di molti brand fast fashion, Uniqlo non investe pesantemente in pubblicità tradizionale o influencer marketing. Preferisce invece collaborazioni strategiche con designer e artisti, come la linea UT con grafici ispirati alla cultura pop, o le partnership con nomi del calibro di Jil Sander e Marimekko. Un marketing sobrio, ma con un impatto forte e mirato.

Sostenibilità e Responsabilità Sociale
Negli ultimi anni, Uniqlo ha intensificato il proprio impegno verso la sostenibilità. Ha avviato iniziative come il riciclo di capi usati e la produzione di materiali eco-friendly. Inoltre, ha migliorato la trasparenza delle sue catene di fornitura, puntando a garantire condizioni di lavoro etiche nei propri stabilimenti.


Case Study: Il Successo di MINISO e il Focus sul Mercato Giapponese

Una Vacanza che ha Ispirato un'Idea Globale

Nel 2013, durante una vacanza in Giappone con la sua famiglia, Jack Ye, fondatore di MINISO, scoprì un modello commerciale che avrebbe trasformato il retail globale. Ispirato dai negozi giapponesi specializzati in prodotti di qualità, dal design accattivante e dai prezzi contenuti, Jack Ye combinò questa visione con la sua vasta esperienza. Nasce così MINISO, con sede a Guangzhou, in Cina, un brand progettato per soddisfare le esigenze dei giovani consumatori in tutto il mondo. Grazie alla sua estetica minimalista e alla promessa di qualità a prezzi accessibili, MINISO ha rapidamente guadagnato popolarità internazionale, diventando un punto di riferimento nel retail esperienziale.
Ma cosa rende MINISO così speciale, soprattutto in un mercato competitivo come quello giapponese?

MINISO e il Marketing nel Mercato Giapponese

MINISO ha tratto enormi vantaggi dal posizionarsi come un brand con influenze giapponesi, sfruttando l'associazione con il design minimalista e la qualità tipica dei prodotti del Sol Levante.
I suoi punti di forza li possiamo riassumere in:

1. Focus sul Design Giapponese
MINISO ha investito enormemente nel design dei suoi prodotti, collaborando con designer giapponesi e sviluppando un'estetica semplice ma accattivante. L'influenza giapponese è evidente non solo nei prodotti ma anche nella struttura dei negozi, che richiamano l'ordine e la pulizia tipici degli spazi commerciali giapponesi.

2. Prezzi Accessibili e Strategia di Penetrazione
Il mercato giapponese è noto per la sua attenzione al valore percepito. MINISO ha saputo soddisfare questa esigenza offrendo prodotti di qualità comparabile a quelli dei rivali, ma a un prezzo inferiore. Questa strategia ha permesso al brand di conquistare un’ampia base di consumatori, tra cui studenti, giovani professionisti e famiglie. L'uso di promozioni stagionali, ispirate alle festività giapponesi come il Natale o la Golden Week, ha ulteriormente rafforzato la penetrazione nel mercato.

3. Collaborazioni con Marchi Iconici
Un altro elemento chiave della strategia di marketing di MINISO in Giappone è stato l’utilizzo di collaborazioni con marchi e franchise popolari come We Bare Bears, Disney e Sanrio. Questi accordi hanno permesso a MINISO di posizionarsi come un brand "cool" e giovane, in grado di attrarre un pubblico di nicchia ma altamente fedele, come gli appassionati di cultura pop e anime.

4. Esperienza in Negozio: Il Fattore Wow
Il layout dei negozi MINISO in Giappone è progettato per offrire un'esperienza di shopping fluida e piacevole. Le luci soffuse, la disposizione ordinata dei prodotti e l'abbondanza di articoli piccoli ma utili stimolano l'acquisto d’impulso, un elemento cruciale nel mercato giapponese.
Questa attenzione ai dettagli rende il negozio stesso un’attrazione, invitando i consumatori a trascorrere più tempo al suo interno e, di conseguenza, ad aumentare le probabilità di acquisto.

L’Impatto del Marketing di MINISO in Giappone

Il successo di MINISO in Giappone si riflette nei dati di vendita e nell'espansione continua. La combinazione di prezzi competitivi, collaborazioni strategiche e un’esperienza di acquisto unica ha fatto sì che MINISO si affermasse come una scelta preferita tra i retailer lifestyle.
Il marchio ha anche beneficiato dell’uso dei social media per promuovere le sue offerte. Foto e video curati, che mostrano prodotti innovativi e collaborazioni speciali, vengono condivisi su piattaforme come Instagram e X, raggiungendo milioni di consumatori giapponesi e rafforzando il valore del brand.

Un Modello di Successo Globale con Radici Giapponesi

Il modello di business di MINISO, ispirato al retail giapponese, si è dimostrato estremamente scalabile e replicabile a livello globale. Il marchio non solo è riuscito a catturare il cuore dei consumatori giapponesi, ma ha anche utilizzato il Giappone come piattaforma per rafforzare il proprio appeal internazionale.
Attraverso l’abilità di combinare estetica, funzionalità e accessibilità, MINISO si distingue come un caso studio di successo per chiunque voglia comprendere come un marchio possa utilizzare le influenze culturali per conquistare mercati diversificati.


Case Study: Don Quijote

Don Quijote, conosciuto affettuosamente come Donki dai consumatori giapponesi, è molto più di un semplice negozio al dettaglio. Fondato nel 1980 da Takao Yasuda, Don Quijote è diventato un fenomeno culturale in Giappone: i suoi oltre 600 punti vendita, spesso aperti quasi 24 ore su 24, sono caratterizzati da un design volutamente disordinato e da scaffali pieni fino all’orlo, creando un’esperienza di scoperta continua per i clienti. Il marchio è noto anche per la sua mascotte, Donpen, un simpatico pinguino blu che aggiunge un tocco divertente al brand e aiuta a rafforzare la sua identità visiva.

Perché Don Quijote è Così Amato?

1. Varietà Sbalorditiva di Prodotti
Don Quijote offre un assortimento che sembra infinito: puoi trovare articoli di uso quotidiano come alimenti e prodotti per la pulizia, ma anche oggetti curiosi e insoliti, come costumi di Halloween, gadget per scherzi e accessori unici. Questo mix di necessità e stravaganza rende Don Quijote un luogo adatto a chiunque.

2. Prezzi Competitivi
Il marchio è famoso per i suoi prezzi accessibili. Don Quijote sfrutta una solida rete di fornitori e una gestione efficiente dell'inventario per mantenere i costi bassi, rendendo i suoi negozi una destinazione popolare sia per chi cerca convenienza sia per chi vuole acquistare in grandi quantità.

3. Esperienza di Shopping Divertente
I negozi Don Quijote sono progettati per sorprendere. I corridoi stretti e i display sovraccarichi di prodotti creano un'atmosfera caotica ma emozionante, quasi come un "caccia al tesoro". Questo approccio non solo invoglia i clienti a esplorare ogni angolo del negozio, ma aumenta anche la probabilità di acquisti d’impulso.

4. Flessibilità e Adattabilità
Ogni negozio Don Quijote adatta la propria offerta alla comunità locale. Ad esempio, nei quartieri turistici, troverai souvenir giapponesi, snack e cosmetici popolari tra i visitatori internazionali. Nei quartieri residenziali, invece, l'accento è posto sui beni di prima necessità.

Il Segreto del Successo di Don Quijote

1. Strategia di Marketing Unica
Don Quijote non investe pesantemente in pubblicità tradizionale. Invece, si affida al passaparola e all'esperienza in negozio per costruire il proprio marchio. La musica allegra e orecchiabile del negozio, la famosa Donki Song, crea un'identità sonora unica che rimane impressa nella mente dei clienti.

2.Collaborazione sorprendente
Donki ha intrapreso una collaborazione sorprendente con Bruno Mars per creare una nuova identità musicale. La scelta di Mars è arrivata dopo la necessità di rinnovare il jingle storico della catena a causa di questioni di copyright. Il cantante non solo ha composto un nuovo brano ufficiale per Donki, ma ha anche partecipato a una serie di spot pubblicitari insieme al famoso pinguino mascotte della catena, Donpen. La campagna ha attirato grande attenzione, mostrando Bruno Mars ballare con Donpen al ritmo di una base vivace, creando un'atmosfera di festa. L'iniziativa include inoltre una collezione di merchandise esclusivo firmato Mars, un vero omaggio al mix unico di pop culture e retail che caratterizza Donki. Questa collaborazione rappresenta una mossa brillante, capace di rinnovare il brand mantenendo il suo fascino iconico

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3. Innovazione Costante
L'azienda non teme di sperimentare. Dalle collaborazioni con marchi internazionali alla creazione di negozi di fascia alta come MEGA Don Quijote, Don Quijote continua a evolversi per soddisfare le esigenze di una clientela sempre più diversificata.

4. Presenza Strategica nei Luoghi Turistici
Don Quijote è particolarmente popolare tra i turisti, grazie alla disponibilità di prodotti tax-free e all'ampia gamma di souvenir e cosmetici. Negozi come il famoso Donki di Shibuya attirano milioni di visitatori ogni anno, consolidando il marchio come una tappa obbligata per chi visita il Giappone.

5. Leadership Visionaria
Sotto la guida di Takao Yasuda, Don Quijote ha adottato un approccio flessibile e decentralizzato, dando autonomia ai manager di ciascun negozio per rispondere alle esigenze locali. Questo ha permesso all'azienda di crescere rapidamente senza perdere il contatto con i clienti.

L'Impatto Culturale di Don Quijote

Don Quijote non è solo un negozio: è un'istituzione culturale in Giappone. La sua estetica unica e il suo approccio ludico allo shopping hanno ispirato imitatori e rafforzato il fascino del "caos organizzato". Inoltre, il brand ha trovato un pubblico internazionale, espandendosi in paesi come Singapore, Thailandia e persino negli Stati Uniti.
In Giappone, Donki è diventato sinonimo di shopping conveniente e divertente, un luogo dove chiunque può trovare qualcosa di utile o di unico, spesso inaspettatamente.

Conclusione: Don Quijote, una Lezione di Successo Retail

Il successo di Don Quijote risiede nella sua capacità di combinare prezzi competitivi, una varietà infinita di prodotti e un'esperienza di shopping unica. In un mercato retail sempre più competitivo, Don Quijote si distingue per il suo approccio innovativo e orientato al cliente.
Che si tratti di locali alla ricerca di convenienza o turisti in cerca di souvenir, Don Quijote ha saputo posizionarsi come un brand capace di soddisfare tutti, trasformando ogni visita in un’esperienza memorabile.


Case Study: Il Natale come fenomeno commerciale: un’analisi del successo giapponese

L'adozione del Natale in Giappone offre un caso studio interessante su come una cultura possa reinterpretare una festività straniera, trasformandola in un motore economico. Il fenomeno si basa su tre pilastri principali:

1. Adattamento culturale e storytelling locale
Il successo del Natale in Giappone è radicato nella capacità di integrare simboli e tradizioni occidentali con valori e sensibilità locali. Il pollo fritto di KFC e la torta di Natale ne sono esempi lampanti: entrambi reinterpretano il pasto tradizionale natalizio occidentale, ma in una forma accessibile e attraente per il pubblico giapponese. Questi simboli incarnano la nostalgia per l’idea di prosperità americana del dopoguerra, ma al contempo soddisfano il gusto giapponese per dettagli curati, estetica e convivialità.

2. La creazione di bisogni stagionali
Il Natale in Giappone non è solo una festività: è una stagione di consumo attentamente orchestrata. La pressione sociale e il desiderio di partecipare a un’atmosfera condivisa creano un senso di urgenza che stimola le vendite. Dalle prenotazioni per i bucket di KFC alle torte personalizzate, fino ai regali di coppia e agli appuntamenti romantici, tutto è progettato per creare una domanda mirata.

3. L’uso strategico delle esperienze
Un elemento distintivo del marketing natalizio in Giappone è la creazione di esperienze immersive. Mercatini, luminarie spettacolari e decorazioni a tema sono pensati per coinvolgere il pubblico e creare ricordi. L’aspetto esperienziale amplifica il valore del Natale come evento sociale, attirando consumatori di tutte le età e trasformandoli in ambasciatori del brand attraverso i social media.

L’impatto economico del Natale in Giappone

Nonostante non sia una festività ufficiale, il Natale è un evento che genera un impatto economico considerevole. Alcuni dei settori che ne beneficiano maggiormente includono:
Ristorazione: Catene come KFC registrano picchi di vendite impressionanti, con il Natale che rappresenta una delle settimane più redditizie dell’anno.
Pasticceria e dolciumi: Le vendite di torte e dessert raggiungono cifre record, alimentate da un’industria che si distingue per la qualità e l’innovazione.
Moda e accessori: Saldi natalizi e promozioni legate agli appuntamenti romantici spingono le vendite di abbigliamento, gioielli e prodotti di bellezza.
Turismo interno: Le attrazioni natalizie, come mercatini e luminarie, spingono molte famiglie e coppie a viaggiare all’interno del Giappone, incrementando le economie locali.

Critiche e prospettive future
Nonostante il successo commerciale, il Natale in Giappone non è esente da critiche. Alcuni osservatori ritengono che l’eccessivo focus sul consumismo possa sminuire l’autenticità della festività. Inoltre, l’enfasi su regali e appuntamenti romantici potrebbe alimentare dinamiche sociali che escludono chi non partecipa alla narrazione dominante del Natale.
Tuttavia, il fenomeno natalizio giapponese continua a evolversi, dimostrando un'incredibile capacità di adattamento. Con l’ascesa dell’e-commerce e una maggiore attenzione verso la sostenibilità, il futuro del Natale in Giappone potrebbe vedere un’integrazione tra tradizione, tecnologia e pratiche più consapevoli.

Conclusione: un caso di studio globale
Il Natale in Giappone rappresenta un esempio emblematico di come le festività possano essere sfruttate come strumenti di marketing culturale e commerciale. La capacità del Giappone di trasformare una celebrazione religiosa in un evento laico, spensierato e straordinariamente redditizio offre lezioni preziose su creatività, adattabilità e strategie di branding. Per chiunque operi nel settore del marketing o voglia studiare le dinamiche del consumismo culturale, il Natale giapponese è un modello che merita di essere approfondito

 


Business Focus: Come approcciare il mercato giapponese

Rieccoci con la rubrica legata la Business Focus e oggi parliamo di come approcciare il mercato giapponese. A partire dalle start up sino ad arrivare alle grandi aziende, molto spesso si tende a dimenticare di approcciare il pubblico giapponese e questo è un errore in partenza. Perché eliminare una fetta di mercato che rappresenta la terza potenza mondiale in fatto di consumatori?

Come approcciare il mercato giapponese

Autore: Erika

Come abbiamo detto poco fa, il mercato giapponese rappresenta la terza fetta mondiale per livello di consumatori. Invece, lo sapevate che le piattaforme social media, anche quelle più grandi, considerano il mercato giapponese come secondo mercato più grande al mondo? Questo perché la Cina, che occuperebbe il secondo posto, ha bloccato molte aziende e politiche aziendali estere, facendo sì che l’attenzione si spostasse appunto sul Giappone.

Tuttavia, molto spesso le aziende commettono l’errore di escludere il Giappone dalle proprie strategie di marketing. Questo avviene perché il mercato giapponese è anche uno dei popoli più difficili da approcciare. In realtà bisogna solo riuscire ad adattarsi alla loro mentalità e ai loro mezzi.

Gli ostacoli del mercato giapponese

mercato giapponese

Uno dei problemi maggiori che le aziende occidentali ritrovano nell’approcciare il mercato giapponese è in primis la barriera linguistica. Infatti, il cliente giapponese medio preferisce usare la propria lingua sia per relazioni private che per scambi commerciali. Infatti, secondo EF, il Giappone risulta 55° in classifica per quanto riguarda la conoscenza dell'inglese.

Se a questo ci aggiungiamo che il Giappone è un paese molto legato alla tradizione e anche ai propri usi e costumi, l’approccio a questo mercato diventa ancora più difficoltoso. Tuttavia, questo non deve fermarci, ma anzi stimolarci per trovare un modo per raggiungere questo mercato. Quindi, che tipo di strategie e tattiche di marketing potremmo adottare? Come affrontare la situazione?

Il digital è la soluzione

mercato giapponese

La strategia in realtà non è così complicata, il digital e i nuovi media sono la nostra soluzione. Se parliamo di startup infatti, spesso il budget a disposizione è limitato e suddividere questo piccolo gruzzoletto su diverse piattaforme per avere più presenza potrebbe in realtà essere controproducente. Meglio concentrare i propri risparmi sul digital. In questi anni di lavoro con le società e il popolo giapponese, abbiamo tentato diverse strade per la promozione delle aziende. Ecco quindi i nostri consigli su dove puntare.

Facebook & Instagram ads

In passato abbiamo già affrontato come i nuovi mezzi digital e in particolare i social media possano aiutarci a far salpare la nostra azienda a livello internazionale. In particolare, la funzionalità ads di Facebook ed Instagram è uno degli strumenti migliori per targettizzare utenti specifici. Sia le start up che le aziende già affermate dovrebbero approfittare di questo strumento per riuscire a raggiungere il proprio pubblico.
I due social ovviamente hanno delle demografiche diverse, Facebook infatti raggiunge un pubblico più adulto in Giappone mentre Instagram si affaccia ad un pubblico più giovane. Unendo le due piattaforme e utilizzandole per promuovere la propria azienda riusciremo a raggiungere un pubblico più vasto. Ovviamente, prima di imbarcarvi in un’operazione di promozione, è importante studiare la vostra mission e il vostro target per riuscire a raggiungere la nicchia di pubblico corretta sul social corretto.

Twitter ads

Uno dei social di più successo in Giappone è sicuramente Twitter. Twitter ha più utenti attivi mensili (45 milioni) di qualsiasi altra piattaforma di social media come Instagram (33 milioni) e anche Facebook (26 milioni) in Giappone. Twitter è una piattaforma un po’ “controversa”, o la ami o la odi. Tuttavia, se usata per il business può diventare un media davvero potente ed efficace tanto quando Facebook, specialmente in fatto di ads. In alcuni casi, a seconda del settore, potrebbe addirittura ottenere prestazioni più elevate rispetto a Facebook. Twitter inoltre raggiunge un pubblico molto giovane e molte aziende giapponesi hanno usato le Twitter ads non solo per aumentare la propria brand awareness ma anche per aumentare il proprio profitto organicamente. Se volete raggiungere il pubblico giovane in Giappone, Twitter potrebbe essere la soluzione per voi.

Influencer Marketing

Ed infine arriviamo qui, all’Influencer Marketing, quello che noi riteniamo essere ad oggi la strategia che funziona meglio a livello internazionale. Nel mondo di oggi, siamo tutti bombardati dalla miriade di pubblicità, puntare sulle collaborazioni con gli influencer potrebbe diventare una cosa positiva.

Tuttavia l’influencer marketing può essere un’arma a doppio taglio. Il primo passo a cui fare attenzione e che decreterà la riuscita di una buona campagna è proprio la scelta corretta del personaggio con cui collaborare. In questo caso diventa ancora più importante riuscire a trovare il giusto influencer che sia in linea con la vostra immagine e che abbia un pubblico in linea con il vostro target.

Ovviamente, riuscire a collaborare con i grandi nomi come Chiara Ferragni o Naomi Watanabe è davvero difficile, tuttavia c’è una categoria da non sottovalutare: i micro-influencer. Hanno seguaci limitati rispetto agli altri, ma hanno anche un tasso di coinvolgimento più alto. Questi non solo potrebbero essere clienti fedeli o sostenitori del marchio ma anche riuscire a portare pubblico alla vostra nicchia.

Investire nel marketing è sempre un’ottima scelte e le startup che magari non hanno un budget infinito possono restringere la propria strategia a qualcosa di mirato e funzionale. Il mercato giapponese può sembrare strano ma ha il potenziale di essere il trampolino di lancio per la vostra azienda. Assolutamente da non ignorare.


Business Focus: Content Strategy, tutto quello che c'è da sapere prima di cominciare

Continuiamo con la nostra rubrica Business Focus parlando di Content Strategy. Le scorse volte abbiamo parlato di Native Advertising che è strettamente legato al marketing di contenuto. Andiamo quindi oggi a vedere cosa fare prima di buttarci nella mischia!

Content Strategy, come gettare le basi per una solida campagna

Autore: Erika

Probabilmente alcuni di voi hanno già sentito parlare di Content Marketing, alla fine è una di quelle tipologie di promozione che sta andando per la maggiore assieme al Native Advertising. Tuttavia una campagna non può funzionare separatamente da una strategia più completa e a lunga durata.

“Dotarsi di una content strategy precisa e strutturata è fondamentale per creare campagna digitali che siano vincenti”

Questo non solo è uno dei nostri mantra, ma dovrebbe essere quello di ogni azienda che decide di approcciarsi (anche per la prima volta) al marketing digitale. Infatti, non esiste content marketing senza content strategy, o almeno non uno che funzioni in modo proficuo.
E’ quindi estremamente importante studiare e capire come poter sfruttare una strategia vincente per il nostro business, qualsiasi esso sia.

Cosa sono il Content Marketing e la Content Strategy

Content Strategy

Prima di tutto, cerchiamo di capire cosa effettivamente sia.

Il content marketing è la creazione e la distribuzione di contenuti utili e di valore. Tutto questo rivolto ad un target di pubblico ben definito in modo da attrarre e acquisire i potenziali clienti e a far compiere loro azioni profittevoli.

La content strategy invece si occupa degli aspetti più “teorici e strategici” per l’appunto. Nella parte di strategia dobbiamo infatti inserire tutti i lati relativi alla pianificazione e gestione del contenuto durante tutto il suo ciclo di vita. Questo comprende non solo la creazione e la pubblicazione del contenuto, ma anche un’attenta analisi. Stiamo parlando infatti di uno studio che prevede l’allineamento del contenuto agli obiettivi di un’azienda, dello sviluppo del contenuto, la produzione, la misurazione e anche l’archiviazione. Tutta questa fase antecede l’implementazione del contenuto stesso.

Content strategy è ciò che sta a monte, tutto ciò che definisce e regolamenta il processo di sviluppo pratico. Infatti, la figura del content strategist non si occupa della produzione dei contenuti ma rivolge la sua attenzione alla pianificazione degli stessi. Questo il responsabile di decidere non solo quando i contenuti debbano essere pubblicati ma soprattutto perchè debbano essere prodotti. In effetti, ogni contenuto è un singolo mattoncino che va a gettare le fondamenta per una buona riuscita di tutta la strategia di comunicazione. E’ quindi importante avere un progetto ben definito, studiato e che possa essere analizzato in ogni suo step.

Content Strategy: Cosa devi sapere prima di iniziare

Abbiamo detto che la content strategy alla fine non è altro che una strategia che prevede gli obiettivi business di un’azienda e poi usa il contenuto come mezzo primario per raggiungere quegli obiettivi.

I contenuti possono essere di svariato tipo ma una dei focus importanti che questi hanno in comune è l’uso intelligente di storie e scrittura creativa, in qualsiasi forma, ma di questo parleremo più avanti.

Il content marketing, anche in Giappone, si concentra su svariati contenuti che possono spaziare dal post di un blog sino anche ad una pagina di conferma. Il compito di queste produzioni è quello di costruire una connessione di fiducia fra i prodotti o servizi di un’azienda e il proprio target di pubblico. Questo diventa maggiormente fondamentale in Giappone, dove acquisire la fiducia del cliente vuol dire tutto e ha molto più peso rispetto ad altre nazioni. Infatti, come abbiamo già detto in passato, il popolo giapponese è fondamentalmente una nazione tradizionalista che non ama i cambiamenti. Infatti, una volta che il target si affida e si fida di una specifica azienda, non la lascia più.

Ma questo è solo l’inizio del concetto di Content Strategy, diamo quindi uno sguardo più specifico a ciò che è coinvolto in una buona strategia.

Content strategy: La Visione

Content Strategy

Quando decidiamo di approcciarci a qualcosa, se vogliamo che questa cosa abbia successo, la base fondamentale è avere una chiara visione di cosa questa si tratti.

Definire gli scopi, gli obiettivi, cosa speriamo di realizzare e come speriamo di farlo sono i primi passi verso la stesura di un buon piano business. Tutto questo parte dalla visione di ciò che vogliamo che l’azienda sia fra tre o cinque anni e, di conseguenza, creare un piano di azione per raggiungere quella visione. Queste sono le fondamenta di una buona strategia.

Oltre a fare una lista di tutte queste cose è altrettanto importante misurare con pietre miliari e obiettivi abbastanza solidi da sfidare noi stessi ma allo stesso tempo flessibili e adattabili a qualsiasi situazione. E proprio a questo proposito, questa pandemia ci ha sicuramente insegnato molto in fretta che tutto è mutabile e tutto può cambiare nel giro di pochissimi giorni. Da qui appunto l’importanza di avere obiettivi stabili, precisi ma al contempo flessibili e adattabili in qualsiasi occasione. Questo vi permetterà di avere le cose ben chiare e sotto controllo, quindi di iniziare il vostro viaggio da una posizione più forte.

Tutto questo fa appunto parte della content strategy. Occuparsi della visione, dei pro e dei contro di come e perchè un contenuto sarà creato, gestito, archiviato o aggiornato.
Alla fine dei conti, la strategia dei contenuti si riduce a scrivere e programmare contenuti con obiettivi e scopi precisi in mente. Niente di tutto quello che andremo a condividere dovrebbe scollegato da tutto il resto dei contenuti e dagli obiettivi aziendali. E’ proprio qui che entrano in gioco visione e scopo.

Pianificare il successo

A qualsiasi progetto voi stiate lavorando, che sia personale o per un cliente, se si vuole far crescere il proprio contenuto diventa una questione di visibilità. Inevitabilmente ci ritroveremo a combattere per il primo posto su google o a trovare il nostro pubblico sui social. Per fare questo però significa che abbiamo bisogno di una strategia o comunque un piano d’azione.

Ormai sappiamo cosa vogliamo ottenere con i contenuti che siamo andati a produrre. La domanda corretta da porci ora è “come lo possiamo ottenere? In che modo?”. Parliamo quindi del metodo.

Sicuramente il primo passo è avere un vantaggio sulla concorrenza, ma non tutti possiamo essere Chiara Ferragni ed essere i primi ad arrivare sul campo. Quindi come possiamo fare? La risposta è avere un piano di content marketing solido ed intelligente in atto.

Farsi scoprire è una se non LA grande richiesta degli ultimi anni e alla base di tutto ci sono sempre le relazioni interpersonali. Farsi leggere e condividere dai nostri amici e dai loro amici è il primo passo verso l'ampliamento del nostro pubblico. Questo potrebbe essere l’inizio della nostra strategia.
Tuttavia per far si che questo funzioni, dobbiamo trovare il target esatto non solo del nostro pubblico ma anche dei contenuti. Quindi, per arrivare a questo punto dobbiamo dare uno sguardo ravvicinato a ciò che è stato già fatto e come sta funzionando, parliamo quindi di analisi.

Ecco un’altra parola importante in tutte le strategie e, più in generale, in tutti i lavori: analisi. La revisione dei contenuti è infatti uno dei passi più importanti nello sviluppo della nostra strategia ma non si tratta della strategia stessa.
Fare un esame attento di tutti i contenuti che sono stati già condivisi, anche dai nostri competitors, ci aiuterà a capire meglio cosa può funzionare e cosa no. Successivamente, possiamo andare ad analizzare in profondità i nostri stessi contenuti e riadattarli per capire cosa possa essere più di successo.

Pensare strategicamente si riduce davvero a fare buone e giuste domande ad ogni step del processo.

Dai il giusto scopo al tuo contenuto

Content Strategy

In un modo come quello di oggi dove i nostri smartphone e le nostre bacheche sono affollate (o meglio sovraffollate) da ogni tipo di contenuto diventa davvero importante selezionare accuratamente ciò che andiamo a condividere. Gettare qualsiasi tipo di foto o video nell’etere tanto per creare presenza non ha più senso. E’ molto meglio perdere tempo e investire energia in creare contenuti che abbiamo una possibilità e uno scopo ben preciso.
Ricordiamoci che noi vogliamo che il nostro contenuto abbia successo, che raggiunga il nostro pubblico e che produca per noi un profitto, che sia immagine o altro tipo di guadagno. Quindi perchè sprecare contenuti prima che abbiano una possibilità?

Il pubblico ormai è abituato a ricevere infiniti input di contenuti e noi vogliamo fare in modo che il nostro contenuto abbia successo. Vogliamo fare in modo che il nostro contenuto raggiunga il nostro pubblico e che lasci una buona impressione e già sappiamo che il pubblico giapponese non è semplice da impressionare. Come possiamo raggiungere questo? Semplice, pianificando il nostro contenuto e pensando strategicamente.

La chiave è sempre avere una strategia prima di produrre qualsiasi contenuto. Non dobbiamo limitarci a sfornare contenuti per il gusto di farlo, ma piuttosto pensare anche alla loro qualità e inserirli in un determinato periodo di tempo.

Quindi, prima di buttarci nella mischia della creazione di contenuti dobbiamo porci le giuste domande. Cosa vogliamo ottenere? Come si incastrano questi nuovi contenuti con quelli già presenti o che stiamo pensando di pianificare? Qual è il quadro generale dei nostri contenuti?
Queste sono tutte domande fondamentali alle quali dare risposta prima di cominciare la nostra produzione. Non dimentichiamoci che noi abbiamo uno scopo specifico, qualunque esso sia, e questo scopo deve essere ben definito. Per esempio, state creando contenuti per aumentare la brand awareness o generare lead? Gli scopi sono tanti ma l’importante è avere ben chiaro quali essi siano in modo da pianificare la strategia corretta.

Dai al tuo contenuto uno scopo e darai al tuo pubblico una ragione per leggere, guardare un video, mettere un like o rincondividere. Il pubblico non è un gregge di persone ma un organismo vivente e intelligente, capace di capire esattamente da dove arriva un contenuto e per quale motivo lo stiamo divulgando. Questo ha ancora più valore con il pubblico giapponese che è sempre più attento e selettivo nella ricerca dei contenuti.
Se stiamo creando un contenuto per un motivo e lo pianifichiamo in anticipo come parte della nostra strategia, il pubblico lo noterà. Allo stesso modo, se dovessimo fare l’opposto e buttare cose a caso, senza una precisa strategia dietro, il pubblico lo noterà.

Ecco perché lo scopo è così importante.

In conclusione

Creare una content strategy efficace e che riesca a connetterci con un pubblico, che lo ispiri all’azione può sembrare davvero complicato. Tuttavia come abbiamo capito è alla base di qualsiasi campagna marketing ben riuscita. Creare contenuti che abbiano uno scopo, che siano parte di una visione più ampia e che ci mettano in contatto con il nostro pubblico è alla base di qualsiasi buona strategia di comunicazione.

Non sempre è una capacità o risorsa che troviamo all’interno di tutte le aziende, per questo ci sono realtà come la nostra che si occupano di seguire tutta questa parte anche per conto di terzi. Noi ci occupiamo di creare questo modello, di produrre il contenuto e mantenere il lavoro fatto per poi ripetere. I nostri sforzi vengono messi nel creare una strategia che permetterà al vostro potenziale pubblico di scoprirvi. In questo modo diventa più facile per voi potervi concentrare su altri aspetti legati al vostro lavoro, o semplicemente rilassarvi senza doverci pensare!


Il potere dei social: TikTok e la pop star giapponese

Continuiamo con la nostra rubrica Business Focus e oggi trattiamo del caso TikTok e Miki Matsubara. Sapete già di cosa stiamo parlando?

Abbiamo già detto molte volte come i social media siano una potenza sia per le aziende che per i privati e in questo anno di pandemia ne abbiamo avuto la conferma. Anche chi non credeva nella rivoluzione digitale ora si è dovuto ricredere.

Come TikTok ha riportato in auge una pop star giapponese

Autore: Erika 

In questi mesi di quarantene ed isolamento forzato, abbiamo visto un incremento della creatività sui social media. Esempio palese di questo è la veloce ascesa di TikTok, social media prediletto dai giovani che ha visto crescere i suoi scritti sino ad arrivare ad essere la seconda app più scaricata nel 2020.

Dagli scherzi, agli animali passando per gli ormai famosi balletti, molti TikTokers hanno lanciato mode che ancora oggi accompagnano le nostre giornate. Ma oggi il potere di TikTok non si ferma soltanto ai suoi trend. Ha fatto scalpore infatti il caso di Miki Matsubara e di come un video condiviso su questo social sia riuscito a riportare in auge una sua hit del 1979.

A dicembre infatti, gli utenti della piattaforma hanno resuscitato la canzone "Mayonaka no Door: Stay With Me" che aveva reso Matsubara una star in Giappone già nel 1979. Più di quarant'anni dopo, la canzone è ancora orecchiabile e gioisa tanto da diventare la perfetta colonna sonora di un TikTok con protagonista le mamme giapponesi. 

"Ho fatto il TikTok quando mia mamma stava facendo delle cose in casa", dice un utente a The Japan Times via mail. Questa clip ha raggiunto più di 1,5 milioni di like e visualizzazioni in pochissimo tempo facendo schizzare "Mayonaka no Door" in cima alla classifica Global Viral 50 di Spotify per tre settimane.

@kickronnie

I’m asking her to sing this next karaoke night 👸🏻 #japan #japanese #おかあさま #fyp

♬ 真夜中のドア/Stay With Me - Miki Matsubara

Sfortunatamente, Matsubara è morto nel 2004 e non ha potuto godere della rinascita. Tuttavia, il compositore della canzone, il 71enne Tetsuji Hayashi, dice al Japan Times che questo nuovo successo "sembra molto strano... è stato così tanto tempo fa".

La musica e i social media

Ma è davvero così strano? Partendo dal fatto che quando una canzone è bella, è bella sempre anche dopo quarant'anni, ma pensiamo anche a quanto potere abbiano acquistato al giorno d'oggi i social media. Purtroppo, gran parte dell'industria musicale giapponese sembra ancora operare come se fosse il 1979, dando quindi poca importanza al mondo digital e dei social media. Il caso Matsubara ne è un esempio.

TikTok Mayonaka no Door

Il cantautore Tetsuji Hayashi dice che le nuove tecnologie stanno riscrivendo le regole di come una canzone diventa una hit, "potrebbe essere di un altro paese o di un'altra generazione". Ormai sono già passati alcuni mesi ma il caso "Mayonaka no Door" mostra come l'interazione fra artisti giapponesi e ascoltatori internazionali sia cambiata negli ultimi decenni. I social media internazionali permettono anche ad una nuova generazione di innamorarsi di un'artista che in passato avrebbe potuto essere scartata dalle playlist solo a causa della sua nazionalità. Complice anche l'ascesa del K-pop e degli ormai instoppabili BTS, sui social media come TikTok troviamo sempre più anche trend di canzoni giapponesi.

Il potere di TikTok

TikTok

Basandosi sulle recenti statistiche, gli utenti di TikTok trascorrono più di 850 minuti al mese sull'app, ovvero più di 14 ore al mese. Se esaminiamo i dati da ottobre 2019 a marzo 2020, possiamo notare un notevole aumento del tempo che l'utente medio trascorre sull'app, complice appunto anche il lockdown.

Questo social media si è diffuso a macchia d'olio a livello mondiale, in particolare nelle nazioni asiatiche, diventando un outlet per l'intrattenimento anche grazie alla sua ricerca di Hashtag. Infatti, a giugno 2020, le categorie più popolari su TikTok hanno tutte più di un miliardo di visualizzazioni. Se andiamo a contare i video di lip-synching e quelli sulla danza, arriviamo un totale di oltre 150 miliardi di visualizzazioni.

Il 2020 è stato un anno segnato dai lockdown ed è proprio in questo periodo che le persone si sono buttate sui nuovi media in cerca d'intrattenimento e di sfogo per la propria creatività. Infatti, TikTok ha conquistato il secondo posto nella classifica delle app più scaricate per iPhone superata solo da Zoom per ovvi motivi. TikTok ha addirittura superato i download di Facebook, Messenger, Gmail, Netflix, YouTube e Instagram, su tutti gli app store, diventando così l'app più popolare in assoluto a livello globale nel 2020.

Inoltre, in un modo come quello del digital marketing, sappiamo quanto sia importante il tasso di coinvolgimento di un social media. I recenti dati mostrano come l'engagement rate vari a diversi livelli di followers per Instagram, YouTube e altri social. Tuttavia, a tutti i livelli di follower, TikTok ha un tasso considerevolmente più alto rispetto alle altre piattaforme. Infatti, Upfluence ha analizzato che i micro-influencer hanno un tasso di coinvolgimento del 17,96% su TikTok, a paragone del 3,86% su Instagram e dell'1,63% su YouTube. Mentre i mega-influencer hanno un tasso di coinvolgimento del 4,96% su TikTok, 1,21% su Instagram e 0,37% su YouTube.

I dati parlano da soli e anche in questo 2021 non possiamo che aspettarci una costante ascesa di questo social e chissà, forse potremo riscoprire qualche altra hit giapponese! Avete già qualche idea su quale potrebbe essere il prossimo music trend degli TikTokers in questo 2021?