Japan Folklore: Kitsune

Kitsune (狐)

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La volpe che torna sempre

Kitsune. Furbe, scaltre, con una bellissima pelliccia colore delle foglie d’autunno, una folta coda e un musetto che quasi ti sorride. Le volpi sono in molte culture gli animali per antonomasia dell’astuzia, ma in Giappone hanno qualcosa in più. Esse infatti hanno qualcosa di sopranaturale e magico.

Le Kitsune sono nel folklore nipponico spiriti dotati di grandi poteri. Esse sputano fuoco, fulmini ed entrano nei sogni altrui. Questi poteri aumentano con il passare della loro longeva vita. Anche le loro code passano da una a due, tre fino ad arrivare a nove. Il manto che muta diventa di color bianco (talvolta oro) ma in alcune varianti anche nero. Le Kitsune sono famose per essere spiriti mutaforma. Moltissime sono le leggende dove queste creature si trasformano in bellissime e avvenenti donne che fanno innamorare il fortunato o sfortunato umano di turno.

Sono esseri ambivalenti, da un lato amabili amanti e dall’altro maliziose creature. Ci sono infatti diversi tipi di Kitsune. Le Zenko (善狐 “volpi buone”) sono le accompagnatrice di Inari la divinità shintoista dell’agricoltura, il raccolto, il riso e la fertilità. Esse sono spiriti benevoli ed il loro incontro può solo portare liete novelle. Al contrario le Yako (野狐 “volpi di campo”, o nogitsune) sono dispettose o per lo più malvagie.

In contrapposizione alle Zenko con il loro poteri portano guai e riescono a possedere gli esseri umani. I poveri malcapitati vengono chiamati yako-tsuki e la possessione li fa sembrare folli. Nel passato per giustificare malati di mente si credeva fossero posseduti da queste entità maligne. Talvolta l’incontro con loro causa la morte.
Oltre ad essere intelligenti sono molto sagge. Questa saggezza accresce con il tempo come i poteri fino alla onniscienza. Esse sanno tutto quello che succede nel mondo, conoscono il passato e ciò che accadrà in futuro.

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Leggenda Narra

Effettivamente la parola Kitsune non significa letteralmente volpe. Kitzu era il termine che ne indicava il verso. In giapponese antico, kitsu-ne significava “torna e dorme” oppure ki-tsune “torna sempre”. La giustificazione può essere data da una delle tante leggende su questi spiriti. La più antica narra:

«Ono, un abitante di Mino (come narra un’antica leggenda giapponese del 545 d.C.), impiegò molto tempo per trovare il suo ideale di bellezza femminile. Una sera trovò la donna perfetta in una vasta palude decidendo quindi di sposarla. Contemporaneamente alla nascita del primo figlio anche il cane di Ono ebbe un cucciolo, che crescendo divenne sempre più ostile verso la donna delle brughiere. Ella pregò il marito di ucciderlo, ma lui si rifiutò. Un giorno il cane l’attaccò terrorizzandola tanto che lei tornò alla sua originale forma volpina e scappò via.

“Sarai anche una volpe” le diceva poi Ono “ma sei la madre dei miei figli e io ti amo. Torna quando ti pare; sarai sempre benvenuta”.

Così ogni sera ella tornava e dormiva tra le sue braccia.»

(Dal racconto Torna e dorme scritto dal monaco Kyoukai nel tardo VIII secolo o all’inizio del IX secolo)

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Un essere dualista

Come detto sono spiriti mutaforma, hanno la capacità trasformarsi senza problemi d’età o di sesso. La loro figura più famosa e indubbiamente affascinante è quella di una bella e giovane donna. Infatti kitsune-gao (狐顔 “faccia da volpe”) e un termine usato per descrive lineamenti femminili, con zigomi alti con occhi fini e ravvicinati considerati molto sensuali. Secondo la tradizione si crede che vedere vagare senza meta una bella donna durante le ore dell’imbrunire sia in realtà una volpe.

Per poter scoprirne la vera natura bisogna trovarne la coda poiché le Kitsune non riescono a mascherarla nella trasformazione. In alternativa si dovrebbe essere persone leali ma anche la loro avversione per i cani può essere un segnale, proprio perché animali leali riescono a percepirne il vero essere. Talvolta nella loro forma maligna le Kitsune traggono forza e potere dai proprio amante. Assorbono le loro energie tramite rapporti sessuali e prosciugano le forze dell’essere umano e macabramente ne causano la morte.

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Ci sono diversi santuari dedicati ad Inari il loro protettore ed e usuale trovare raffigurazioni di questi animali in giro per i templi. Il più conosciuto è il Fushimi Inari Taisha il santuario dedicato alla divinità situato a Kyoto. Presenti anche nel buddismo, troviamo Dakini l’alterego femminile di Inari, mentre cavalca una volpe bianca brandendo una spada. In questi templi, i fedeli sono soliti lasciare offerte di cibo per loro, udon, soba, sushi ma preferibilmente l’aburaage tofu fritto di cui si dice le Kitzune siano grandi golosone.

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Dalla tradizione alla animazione

Sono indubbiamente creature molto amate in Giappone. Sono presenti nelle maschere tipiche dei spettacoli teatrali in diverse varianti: Gin-Tenko /volpe d’argento, Kinko /volpe d’oro, Hakuko/volpe bianca e molte altre. Nei netsuke sono statuine di legno o avorio che fungono come borselli per adornare i kimono, ed è normale trovarle spesso in manga o anime di enorme successo. Il più famoso negli ultimi anni è stato sicuramente “Naruto”, il giovane ninja che ha sigillato dentro di se lo spirito di una volpe.

Questo animale infatti è presente nei tratti del carattere, nell’aspetto fisico e nei poteri. Ritroviamo le volpi anche in “Inuyasha” dove Shippo è un piccolo demone volpe che combina simpatiche gag mutando aspetto. Anche in Kurama personaggio di “Yu degli spettri” che da spirito di volpe rinasce umano come Shuichi Minamino. Molto presente in questo ultimo personaggio il bellissimo dualismo di questi spiriti. Da un lato umano di buona indole, devoto verso la madre, leale agli amici mentre dall’altro spirito di volpe crudele ed impassibile. Tuttavia, questi sono solo alcuni esempi di quanto abbiano influenzato il mondo dell’animazione.

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A Shiroishi, città situata a Tohoku regione nel nord del Giappone, si trova il Miyagi Zao Fox Village, un parco faunistico dove si possono incontrare questi simpatici animali nel loro habitat naturale ed in libertà. Qui si può notare come essi siano socievoli ed è facile scattare foto ed interagire con loro.

Festival, parate

Ovviamente in un paese amante delle tradizioni come il Giappone vi sono numerosi festival per celebrarli. Il Kitsunebi Matsuri, festival della volpe di fuoco, si celebra il quarto sabato di settembre in prossimità del santuario Okura Inari di Hida. In questa occasione, gli abitati creano una mascherata, un matrimonio per auspicarsi fortuna. Durante il capodanno invece a Kita (quartiere speciale di Tokyo) si celebra la parata delle volpi di Ōji. In questo evento, ci si veste da volpe per recarsi nel santuario di Ōji Inari. Questa parata prende spunto da una leggenda che vuole che le volpi di tutto il Giappone si riuniscano sotto un albero travestite da umani per festeggiare il capodanno e raggiungere assieme il santuario.

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I Matrimoni

Troviamo anche il modo di dire Kitsune no yomeiri (狐の嫁入り “matrimonio di volpi”). È risaputo che di notte le Kitsune si riuniscono, ed in fila l’una dietro l’altra percorrono i fiume e le montagne con lanterne di carta per celebrare delle nozze. Eccezione fa Tokushima dove si crede sia una processione funebre. A detta dei giapponesi se fuori piove ma c’è il sole le volpi festeggiano un matrimonio. Il pensiero cambia a seconda della zona dove ci troviamo. Per esempio, con la neve a Ehime mentre con l’arcobaleno a Kumamoto. A volte, con questi fenomeni atmosferici capita di notare delle sfavillanti lucine, esse sono infatti le lanterne delle volpi! Quando vi capita, fate attenzione, potreste vedere un matrimonio di volpi anche voi.

Photo credits: tokyoblingmangadreams; pinterest; deviantart.