Japan Travel: Aokigahara

Aokigahara

Photo credits: Ko Sasaki for The New York Times 

Jukai, il mare di alberi in cui affogare la propria anima

Ai piedi del Monte Fuji, nata dall’eruzione del vulcano Nagaoyama nell’864 d.C., sorge Aokigahara (青木ヶ原) più conosciuta con il nome di Jukai (樹海, mare d’alberi).  È una fitta foresta di 35 km² costituita da caverne e una intricata vegetazione di cipressi, querce e arbusti tra cui il fiore della neve giapponese. La sua particolare conformazione non permette il passaggio del vento e dei raggi solari donandole un aspetto spettrale e silenzioso. In inverno la fitta nebbia che la circonda ne vieta l’accesso ai visitatori incapaci persino di trovarne l’entrata.

Quella di Aokigahara è una triste storia poichè lasciare i sentieri ufficiali significa perdersi nella sua immensa struttura labirintica. Coloro che solitamente abbandonano il percorso stabilito hanno una sola intenzione: il suicidio. Non è difficile quindi imbattersi in cartelli sia in lingua giapponese che in inglese che cercano di dissuadere le persone dalle macabre intenzioni.

“La tua vita è un dono prezioso ricevuto dai tuoi genitori” 

“Per favore, rivolgiti alla polizia o un medico prima di commettere suicidio“

“Non restare da solo con i tuoi problemi, parlane!”

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La Foresta Dei Suicidi

Dal 1950 ad oggi, le statistiche di Jukai danno i brividi: dai 30 ai 105 suicidi l’anno. Nel 1970 il governo giapponese decise di costituire una speciale ronda annuale, composta da ufficiali di polizia, volontari e giornalisti. Questa ronda è addetta alla ricerca e alla rimozione dei cadaveri, ma ciò non esclude la terribile possibilità di imbattersi in scheletri e corpi putrefatti camminando per la foresta. Spesso è possibile trovare anche degli Ema: delle tavolette sulle quali sono scritte maledizioni contro coloro che spinsero le persone a togliersi la vita.

Allontanarsi dal sentiero ufficiale vuol dire anche incontrare nastri colorati tesi tra gli alberi, e questo perchè non tutte le persone che si inoltrano nella foresta hanno deciso di morire. Alcuni vogliono semplicemente riflettere e questi fili sono necessari per ritrovare la strada nel caso si decidesse di vivere. Seguire quei percorsi porta quasi sempre a qualcosa però: qualche oggetto, una tenda abbandonata e, nel peggiore dei casi, al corpo senza vita di chi ha fatto la scelta sbagliata.

C’è un’altra particolarità che rende Aokigahara inquietante e misteriosa: gli smartphone e tutti i dispositivi elettronici smettono di funzionare all’interno della boscaglia e le bussole impazziscono. Ritrovare il nord è impossibile. Tutto questo è causato dall’alto tasso di magnetite, il minerale con le più forti proprietà magnetiche.

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Gli spiriti di Jukai

Nei tempi antichi si raccontava che in essa vi risiedessero i Kodama (木魂), gli spiriti degli alberi che imitano le voci dei defunti. Poiché essi possiedono poteri sovrannaturali, abbattere un albero ritenuto dimora di un kodama è considerato fonte di sventura. I giapponesi usano quindi marcare i tronchi di quegli alberi con una corda sacra detta Shimenawa. Al contrario, vedere un kodama è reputato un buon auspicio perché significa che il luogo è vitale e pieno di energia positiva.

Ma i Kodama non sono i soli esseri che si dice popolino questo luogo. La foresta sembra infatti essere infestata da veri e propri fantasmi, gli Yurei. Il termine si compone del kanji yū (幽 “flebile”, “evanescente”, ma anche “oscuro”) e rei (霊 “anima” o “spirito”). Gli Yurei incarnano le anime dei defunti morti di morte violenta, perchè suicidi o perchè assassinati. Incapaci di lasciare il mondo dei vivi e raggiungere in pace l’aldilà hanno bisogno di portare con sé altre vite.

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Romanzi e Film nella cultura di massa

Nel 1960 venne pubblicato Nami no tō (波の塔) “Tower of Waves” di Seichō Matsumoto, che parla di due amanti che si tolgono la vita nella foresta. Jukai viene descritta da Matsumoto come “la più bella foresta abbandonata e selvaggia che esiste.. Un posto perfetto per morire in segreto”.

Negli anni più recenti Hollywood ha dato vita a una serie di pellicole. Nel 2013 esce “Grave Halloween” in cui una giovane donna si reca a Aokigahara con degli amici per ritrovare il corpo della madre, una biologa scomparsa nella foresta. Nel 2015 viene alla luce “La foresta dei sogni”, diretto da Gus Van Sant, la cui trama vede un uomo statunitense che si reca a Aokigahara per togliersi la vita e lì incontra un uomo giapponese con le stesse intenzioni. Mentre nel 2016 invade le sale cinematografiche l’horror-thriller “Jukai – La foresta dei suicidi” in cui una ragazza viaggia fino a Aokigahara per ritrovare la sorella gemella di cui non ha più notizie.