Japanese Tradition: Gion Matsuri
Gion Matsuri: un'esperienza unica

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La Festa di Gion o Gion Matsuri (祗園祭), così come viene chiamato a partire dall'epoca Meiji, prende il suo nome dal noto quartiere di Kyōto, Gion appunto, situato nel distretto di Higashiyama. Si tratta di una festa religiosa in onore del dio Susanoo, anche conosciuto come Takehaya Susanoo-no-Mikoto, venerato presso il santuario Yasaka.
Susanoo, dio del mare e delle tempeste, è anche signore del mondo dei morti, oltre ad essere fratello di Amaterasu da cui si dice discenda la stirpe degli imperatori giapponesi.
Insieme allo Aoi Matsuri (15 Maggio) e allo Jidai Matsuri (22 Ottobre), il Gion Matsuri costituisce una delle tre più grandi feste religiose di Kyōto, e del Giappone. Viene celebrato ogni estate per tutto il mese di luglio. Lo scopo è quello di placare gli spiriti dei defunti e invocare la protezione del dio sulla città per tenere lontano malattie e catastrofi naturali.
Come potete immaginare si tratta di un matsuri ricco di eventi. I principali e più spettacolari sono la Yamaboko Junkō ( 山鉾巡行, sfilata dei carri) e il Mikoshi Togyo (神輿渡御, l'uscita dei palanchini divini). Entrambi si svolgono tra il 17 luglio e il 24 luglio, giorni in cui la festa raggiunge il suo apice.
Una delle ragioni maggiori della spettacolarità di questo festival è sicuramente la grandezza dei carri utilizzati, in particolari quelli chiamati Hoko. Questi raggiungono anche i 25 metri di altezza per un peso di più di 10 tonnellate, e vengono trainati grazie a delle ruote alte circa due metri. Ogni carro viene ogni anno costruito dalle fondamenta, e poi smantellato al termine del festival, e tutti i pezzi sono tenuti insieme senza l’utilizzo di viti, come da tradizione.
Ma procediamo con ordine…
Un pò di storia

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Tradizione vuole che il Gion Matsuri sia nato nell'anno 869. Da circa un secolo la corte imperiale giapponese si era sposta da Nara a Heiya-kyō (la odierna Kyōto) ed era dominata dalla potente famiglia Fujiwara.
Si dice che in seguito alla diffusione di un'epidemia, la Corte Imperiale decise di tenere il primo goryōe (御霊会), un rito purificatore tenuto presso il piccolo tempio Shinsen'en. Bisogna sapere che a quei tempi la città si trovava in una regione piuttosto paludosa dell'entroterra, molto calda ed umida. L'alta concentrazione di popolazione unita alla mancanza di fognature e condotte idriche spesso favoriva la contaminazione delle acque potabili con quelle di scolo. Non è quindi difficile immaginare che malattie come malaria, vaiolo, influenza e dissenteria fossero molto diffuse. Eppure, nell'antico Giappone la causa di tutto questo fu attribuita a ben altro.

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Secondo le predizioni di un maestro divinatore i veri responsabili dell'epidemia erano degli spiriti malvagi, ovvero i fantasmi del principe Sawara Shinnō e dei suoi compagni. Questi, accusati dell'omicidio del nobile Fujiwara no Tanetsugu, erano morti professando fino alla fine la loro innocenza.
Nel tentativo di calmare gli spiriti si tenne quindi il primo goryōe con invocazione al dio Susanoo. Inoltre, il nobile Urabe Hiramaru fece erigere 66 lance, una per ogni provincia del Giappone, in modo da rinchiudere al loro interno gli spiriti malvagi e purificare la capitale.
Proprio qui nacque l'usanza di portare in processione tre mikoshi, o palanchini divini, e di tenere un goryōe ogni volta che una epidemia o malattia si diffondeva. Il tutto era contornato da altre celebrazioni e momenti gioviali.
Fino al 970, quando venne stabilito che il Gion Goryōe (祗園御霊会) si dovesse svolgere regolarmente ogni anno.
Successivamente, a partire dal periodo Muromachi, l'evento fu arricchito ulteriormente dalla presenza dei tipici carri, gli yamaboko (山鉾), anche essi fatti sfilare per le vie della città. Questi erano costruiti grazia alla collaborazione del ceto mercantile che proprio in questo periodo vive un momento di forte ascesa dopo secoli di denigrazione. I carri venivano adornati con decorazioni che si fecero nel tempo sempre più ricche e sofisticate.
Insomma, la sfilata divenne anche un modo per esibire la ricchezza del ceto mercantile.
Nonostante brevi interruzioni (durante la guerra Ōnin (1467-1477) e durante la seconda guerra mondiale (1941-1945) ), il festival viene ancora oggi mantenuto vivo e può vantare una storia lunga più di mille anni.
I festeggiamenti
I festeggiamenti che come dicevamo durano per tutto il mese di luglio coinvolgono tutte le varie aree della città.
Si inizia il primo di luglio, quando presso il santuario Yasaka si tiene la cerimonia del Kippuiri (吉符入). Qui, i rappresentanti dei quartieri responsabili dell'organizzazione pregano perché tutto si svolga tranquillamente e senza incidenti.
Il 2 luglio, presso il palazzo comunale di Kyōto, si svolge una estrazione presieduta dal sindaco della città con cui viene scelto l'ordine di processione dei carri. Aprire la processione però spetta sempre al Naginataboko (長刀鉾).

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Il 10 luglio vengono preparati i mikoshi (神輿), tre palanchini che ospiteranno tre piccoli tempietti dedicati al dio Susanoo. Contemporaneamente, alcuni secchi vengono calati dal ponte Shijō per raccogliere dal sacro fiume Kamo l'acqua destinata al lavaggio dei mikoshi. Nel tardo pomeriggio si tiene poi una sfilata esibendo lanterne di carta di manifattura tradizionale che serviranno ad accogliere il dio.
Sempre il 10 luglio ha inizio anche la costruzione dei carri e passeggiando per le vie del centro di Kyōto potrete osservarli prendere lentamente forma sotto le mani sapienti dei loro costruttori.
I giorni tra il 14 al 16 luglio sono quelli che precedono la festa vera e propria. Il 14 luglio è conosciuto come yoi-yoi-yoi-yama (宵々々山), il 15 luglio come yoi-yoi-yama (宵々山) mentre il 16 è chiamato yoi-yama (宵山). Lo stesso varrà per il 21,22 e 23 luglio. In questi giorni, a partire dalle ore 6:00 del pomeriggio, le vie del centro chiuse al traffico si riempiono del vociare di passanti e turisti. Si passeggia tra le numerose bancarelle, alla luce delle lanterne tenute sempre accese, ammirando yamaboko.
Sempre in questo periodo, le famiglie più antiche della città aprono le finestre delle loro case permettendo così ai passanti di ammirare i tesori che custodiscono da generazioni.
Il 15 luglio, si tengono lo imitaketate (斎竹建) e lo yoimiya-sai (宵宮祭). Il primo è un rito durante il quale si dispongono a quadrato dei tronchi di bambù intorno all'area in cui si svolgerà la processione per proteggerla da ogni contaminazione. Lo yoimiya-sai si tiene invece presso il santuario di Yasaka, durante il quale lo spirito della divinità viene trasferito nei tre mikoshi purificati.

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Il 16 luglio i musicanti di ogni carro si recano al tempio per pregare per il bel tempo il giorno successivo e non mancano spettacoli musicali e di danza per le strade.
Il 17 luglio è l'atteso giorno in cui la festa raggiunge il suo culmine. È il momento dello Yamaboko Junkō, la grande sfilata dei carri. Questi vengono divisi in 2 gruppi gli yama 山 (montagna) e gli hoko 鉾 (lancia) appunto. Il primo gruppo è formato dai 9 carri hoko, e simboleggiano le 66 lance utilizzate da Urabe Hiramaru per scacciare gli spiriti maligni. Il secondo gruppo è formato dai 23 carri yama, più piccoli, che trasportano rappresentazioni a grandezza naturale di personaggi importanti e famosi.
Ogni carro hoko trasporta musicanti che ne accompagnano la processione.
Kon-kon chiki-chin, kon-kon chiki-chin… questo è il suono distintivo del Gion Matsuri, una ritmo tradizionale risalente al periodo Edo.
E non mancano per le strade danzatori ed acrobati di vario genere a rendere la parata ancora più allegra e movimentata. Ovviamente tutti sono vestiti con costumi colorati e rigorosamente tradizionali.
Come già detto ad aprire la parata sarà il carro Naginata-boko. Viene così chiamato per via di una naginata (tipica lancia giapponese) che svetta verso l’alto sulla sua cima. Si dice che essa abbia il potere di scacciare spiriti maligni e pestilenze. La naginata originale di epoca Heian era stata forgiata in metallo, mentre quella che oggi possiamo ammirare è fatta in bambù.
Sul Naginataboko viene trasportato anche un chigo, (稚児), un bambino vestito con ricchi abiti tradizionali e un copricapo a forma di fenice dorata. Questo bambino ha il compito di rappresentare il dio durante la festa.
Il prescelto, solitamente selezionato tra le più importanti famiglie di mercanti e commercianti di Kyōto, deve sottoporsi ad un lungo periodo di preparazione prima di poter ricoprire questo ruolo. Settimane di riti purificatori e di completo isolamento, lontano da tutto ciò che potrebbe contaminarlo, e quindi anche dalle donne. Non gli è nemmeno permesso di toccare il suolo comune ma viene portato in spalla da uomini incaricati del suo trasporto
Al bambino spetterà il compito di tagliare con un solo colpo una grossa corda sacra realizzata in paglia. È lo Shimenawa-kiri (しめ縄切り), atto con cui la divinità entra nel mondo terreno recidendo il confine che separa i due mondi, e con questo gesto viene dato ufficialmente inizio alla grande festa.

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Nel tardo pomeriggio, si assiste invece all'uscita dal tempio dei palanchini divini ovvero il mikoshi togyo. È il momento tanto atteso dello Shinkō-sai (神幸祭), ovvero l'uscita della divinità dal tempio con i palanchini portati a spalla per le vie della città.
Il 24 luglio questa doppia sfilata viene ripetuta e alla sera i tre mikoshi vengono riportati al tempio al tempio. È il momento del Kankō-sai (還幸祭), con il quale lo spirito del dio ritorna definitivamente al mondo che gli appartiene.
Al termine della sfilata i carri vengono immediatamente smantellati e conservati per il festival successivo.

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Lo stesso giorno si svolge la Hanagasa Junkō (花傘巡行), evento che come suggerisce il nome stesso ha come protagonista i fiori. Questo nome viene infatti scritto con i caratteri di hana (花) ovvero fiore, e kasa (傘) ovvero ombrello. Durante questa parata, i carri e le persone che sfilano sono tutti adornati da ombrelli e cappelli abbelliti da fiori.
La parata è aperta da piccoli mikoshi trasportati questa volta da bambini e al loro seguito troviamo un corteo numerosissimo di persone in abiti tradizionali. Ci sono i rappresentanti di associazioni culturali e commerciali, musicisti, danzatori,acrobati e in particolare alcune tra le più note geisha e maiko della città. E sono proprio loro i fiori più belli da mettere in mostra.

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Il 28 luglio c’è la cerimonia del mikoshi-arai (神輿洗式), il lavaggio dei mikoshi presso il santuario Yasaka, per purificare i palanchini, fino al prossimo anno.
Se vi trovate nei paraggi non perdevi questo momento. Si dice infatti che porti fortuna essere colpiti dagli schizzi dell'acqua destinata al dio.
A segnare la fine del Gion Matsuri è il festival del nagoshisai (夏越祭), che si tiene ogni anno il 31 di luglio presso il santuario Ekijin.
Legato al torii, il ‘cancello’ che segna l’ingresso dell’area sacra del tempio, si trova una grossa corda di paglia intrecciata a formare un cerchio del diametro di due metri, lo Chinowa (茅の輪).
Passate pure attraverso questo grande cerchio per essere purificati, e ricevere poi un talismano di protezione sul quale troverete scritto “Somin-shorai shison nari(蘇民将来子孫也) che significa “Sono un discendente di Somin Shorai”. Secondo la leggenda Somin Shorai era un uomo umile che un giorno accolse in casa un viandante che era già stato rifiutato da un ricco signore. Il viandante era in realtà una divinità che per ringraziarlo della sua ospitalità gli insegno come costruire questi talismani porta fortuna. Da allora si crede che questi abbiano il potere di allontanare catastrofi e ladri.

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Quello del Gion Matsuri è un lungo viaggio in cui si intrecciano storia e leggenda, religione e spettacolo. Un evento unico nel suo genere.
E voi? Avete mai avuto occasione di prendervi parte? Aspettiamo i vostri commenti e le vostre esperienze!
Japan Tradition: Hadaka Matsuri
Hadaka Matsuri

Sebbene oggi giorno la nudità non rappresenti quasi più una vergogna, da questa parte del mondo e non solo, essa rientra spesso nella categoria di quegli argomenti comunemente considerati pruriginosi.
La nudità incuriosisce, talvolta ci turba, e senz'altro stuzzica le fantasie di ognuno di noi.
Il Paese del Sol Levante è terra ricca di abitudini e tradizioni che spesso entrano in contrasto tra di loro. Prendiamo per esempio l'ossessione per le buone maniere, l'estrema riservatezza, il gran senso del pudore e i quartieri dediti alle trasgressioni notturne e ai divertimenti senza fine. Tuttavia in questo paese trovano posto anche i festival dedicati alla nudità. Non c’è migliore occasione per "mettere a nudo se stessi", se non durante l'Hadaka Matsuri.

Prima di entrare nel vivo di questa celebrazione, farei un passo indietro. Nella lingua giapponese, il termine matsuri indica una festa tradizionale. Questo nella loro cultura coincide con un evento che attira nelle strade e nei parchi centinaia di persone.
Le Origini
Molti di questi festival hanno avuto origine dalle feste tradizionali cinesi. Esse tuttavia sono andate scomparendo con gli anni, mischiandosi o venendo rimpiazzate dalle tipiche usanze giapponesi. Infatti in Giappone, il concetto di festa o celebrazione, deriva dal profondo legame che questo popolo ha con la natura, riconducibile anche alla religione tradizionale del Paese, lo Shintoismo.

L’Hadaka Matsuri letteralmente significa "festa dell'uomo nudo". Durante questa celebrazione i circa 9.000 partecipanti, solamente uomini, indossano unicamente il perizoma tradizionale giapponese, il fundoshi, e per chi lo desidera, anche il kimono. Ma non solo, tra i partecipanti, c'è chi sceglie anche di non indossare nulla.
Questa festa ha luogo in diverse zone del Giappone. La più importante è quella di Okayama (sede originaria dell'evento), sull’isola di Honshu. Essa si svolge nel Tempio Saidai-ji, infatti il nome completo della festa è "Saidaiji Eyo Hadaka Matsuri". Trattandosi di un evento di tipo religioso è assolutamente vietato bere o portare alcool. Inoltre, gli uomini che hanno dei tatuaggi possono partecipare, ma solo a patto che li coprano con del nastro.
L'Hadaka Matsuri ha origini lontanissime. Si dice che risalga al 767 d.C., quando i fedeli gareggiavano per ricevere talismani fatti di carta, i go-o, gettati da un sacerdote.
Hadaka Matsuri e la nudità
Secondo alcune testimonianze, si dice che coloro che riuscivano ad ottenere questi talismani avrebbero goduto di un anno di fortuna.
Inoltre, la credenza collettiva vedeva la nudità in grado di assorbire mali e sfortune. Infatti colui che riusciva ad ottenere il talismano, veniva proclamato Uomo Nudo o Uomo dello Spirito (shin-otoko). Tutti coloro che volevano liberarsi della propria sfortuna cercavano di toccarlo.
Ma ancora oggi, essendo in tantissimi uomini a prendere parte alla gara, non è affatto semplice per loro riuscire a "toccare" il più fortunato. Anche per i partecipanti più assidui possono essere necessari molti anni prima di riuscire ad avere un contatto con il suddetto.

Con il passare del tempo, i sacerdoti si resero conto che i go-o, essendo realizzati in carta, avevano vita breve. Infatti, molto spesso finivano per essere distrutti proprio durante la calca per accaparrarne uno. Successivamente furono sostituiti con dei bastoni di legno usati ancora oggi e preparati dagli stessi sacerdoti con l'aiuto di strumenti manuali.
Ed ecco come la nudità si tramuta in sacra tradizione.
La tradizione
Dopo aver vissuto alcuni giorni in isolamento in veglia e in preghiera, i giovani partecipanti con indosso solo il fundoshi, si dirigono verso il Tempio. Essi corrono, mentre vengono investiti da getti di acqua ghiacciata. Giunti nel Tempio, devono riuscire ad afferrare uno dei bastoni di legno, gli shingi. Questi vengono gettati dai sacerdoti che si trovano nella parte alta del Tempio. Alle ore 22:00, per rendere la prova ancora più ardua e di difficile realizzazione, questi talismani vengono lanciati a luci spente o quasi. Una volta agguantato il bastone, il primo che riesce ad infilarlo in posizione verticale in una scatola di legno colma di riso, viene proclamato shin-otoko. Il vincitore viene benedetto con un anno di felicità e fortuna, oltre che ottenere un premio in denaro.
Oltre agli shingi, i sacerdoti gettano anche 100 rami di salice, e chiunque riesca ad afferrarli avrà fortuna nell’anno futuro.

Meno fortunato, succede anche che durante la calca avvengano incidenti. Nel migliore dei casi si tratta "solamente" di ematomi, nasi e labbra rotti. È per questo motivo che i sacerdoti chiedono sempre di annotare sul fundoshi (o su un pezzetto di carta da inserire al suo interno) tutte le informazioni utili, come ad esempio: nome, cognome, indirizzo e gruppo sanguigno.
Fotografo : Kurt Gledhill
Japan Travel: Tokyo Tower & Skytree
Tokyo Tower

Ispirandosi alla Tour Eiffel, la Tokyo Tower svetta all'interno del quartiere di Shiba-kōen di Minato a Tokyo. Costruita nel 1958 come simbolo di rinascita economica, con i suoi 333 metri ha una duplice funzione. Infatti è sia una torre per le telecomunicazioni e sia torre panoramica!
Nella struttura interamente d'acciaio ci sono due osservatori che permettono di godere una delle viste più belle. Al primo piano, situato a 150 m dal suolo, si trova l'Osservatorio principale, che offre una vista panoramica sul quartiere. A 250m vi è quello speciale e suggestivo che permette di vedere il Tokyo Sky Tree ed il monte Fuji.

Naturalmente la Tokyo Tower non è solo questo. Al suo interno vi è un negozio di souvenir, un bar molto elegante ed un palcoscenico dove ogni settimana avvengono vari eventi musicali.
Anche i più piccoli possono godere di spettacoli a loro dedicati nei weekend e durante le festività grazie ai "Noppon", le mascotte della Tokyo Tower.
Ai piedi della torre sorge il Highball Garden Rooftop Genghis Khan: un bar-terrazza aperto nei mesi tra marzo e settembre che offre un luogo di ristoro con specialità e cocktail esclusivi.
Dal 1° giugno al 31 agosto si tiene un evento molto curioso e altrettanto affascinante il “Milky Way Illumination”. Le scale che vanno dal pianterreno all'Osservatorio sono illuminate da una luce blu. Sul soffitto appaiono tante stelline proprio a rappresentare la Via Lattea. Inoltre durante i giorni di luna piena Tokyo Tower è illuminata di rosa!

Naturalmente ancora oggi la Tokyo Tower porta avanti il compito per la quale fu costruita. Grazie all'antenna che custodisce, si occupa della trasmissione dei segnali per le maggiori televisioni giapponesi.
Tokyo Skytree

Molto più recente della Tokyo Tower è la Tokyo Sky Tree. Simbolo di Tokyo dell'archittettura con le sue forme che si rifanno agli antichi templi dell'epoca Heian, svetta nel cielo della città con i suoi 634 m di altezza. Un numero non casuale: i caratteri mu (6), sa (3), shi (4) formano la parola "Musashi", antico nome della regione in cui si trova la Tokyo Sky Tree. Essa è la torre per telecomunicazioni più alta al mondo con uno dei punti panoramici più belli grazie all'area denominata Solakara Point. Qui il pavimento e le pareti di vetro, regalano la sensazione di appartenere al cielo.

La Tokyo Sky Tree fonde modernità e antichità in modo sorprendente. Dal quarto piano della torre ci si imbatte nel SUPER CRAFT TREE dove il designer Yukio Hashimoto ha esposto le sue creazioni. L'artista fonde il moderno con le tecniche artigianali del periodo Edo. Una testimonianza è il TEMBO SHUTTLE, l'ascensore con i pannelli che rapprensentano il miyakodori (l'uccello simbolo di Tokyo), alberi di Sakura ed il fiume Sumidagawa.

Come di consuetudine a Tokyo, anche la Sky Tree possiede a sua mascotte, la Sorakara-chan (figlia dal cielo). Naturalmente la principale funzione della torre è la diffusione radio-televisiva a livello regionale.
Photo Credit: gaijinpot.com; tokyo-skytree.jp; tokyotower.co.jp; google image
Japan History: Zojoji Temple

Tempio Zojoji
Il tempio Zojoji è stato fondato nel 1393 e trasferito al luogo attuale nel 1598 dopo che Ieyasu Tokugawa, fondatore del shogunato dei Tokugawa, entrò nell'attuale Tokyo nel 1590. Dopo l'inizio del Periodo Edo, lo Zojoji diventò il tempio della famiglia Tokugawa, una delle famiglie più importanti di tutto il Giappone. La cattedrale, il tempio e il mausoleo sono stati bruciati durante i raid aerei della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, la maggior parte delle strutture sono state ricostruite. Lo Zojoji continua oggi ad essere il tempio principale della città. Anche grazie alla sua posizione di favore non è solo uno dei maggiori luoghi di culto ma anche una delle attrazioni turistiche più visitate. Spettacolare la vista del tempio con la Tokyo Tower sullo sfondo.
Particolarità dello Zojoji

IL GATE: L'entrata principale è particolare per il suo colore vermiglio. Con 21 metri in altezza, 28.7 metri in larghezza e 17.6 metri di profondità, è stato costruito nel 1622. Oggi l'entrata è uno dei più importanti resti dell'architettura del Periodo Edo. Il suo nome è Sangedatsumon e significa entrata (mon) per far uscire (gedatsu) dai tre (san) stati mentali terreni: avidità, rabbia e stupidità.

LA CAMPANA: Con un diametro di 1.76 metri, un'altezza di 3.33 metri e un peso di 15 tonnellate, è conosciuta come una delle Tre Grandi Campane del Periodo Edo. Viene suonata due volte al giorno per 6 rintocchi, la mattina presto e la sera. Si chiama Daibonsho (Grande Campana). Serve per purificare dalle 108 passioni terrene (bonno), che portano le persone nella direzione sbagliata. Il suo compito, inoltre, è quello di diffondere profonda calma tramite richiami ripetuti 6 volte al giorno.

LE STATUE: Quando si cammina nel Tempio Zojoji, una delle prime cose che si notano sono queste statue rappresentanti dei bambini. Si chiamano Ojizo-san, o Ojizo-sama. Sono caratterizzate da vestiti rossi e dai cappelli all'uncinetto. Queste sculture potrebbero sembrare semplici ornamenti, ma si dice proteggano lo spirito dei bambini non ancora nati e di quelli morti prematuramente.
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Zojoji Official website: Click here
Japan Travel: Asakusa & Sensoji Temple
Asakusa
Asakusa è un quartiere che si trova nella parte nord-est di Tokyo, delimitato dal fiume Sumida. Un luogo interessante soprattutto per la presenza del tempio Sensōji dedicato a Kannon Sama, la Dea Buddista della misericordia. Appena passato il Kaminarimon (la porta del "tuono" con la sua grande lanterna di carta rossa chiamato Chōchin) ci immettiamo nella famosa Nakamise Dori. Questa è una via piena di bancarelle in cui si possono trovare molti oggetti e vestiti tradizionali insieme a giochi per i bambini. Per gli amanti dell'arte culinaria, potete assaggiare prodotti tradizionali come i senbei (crackers di riso in salsa di soia) i fantastici yakisoba (spaghetti di grano saraceno saltati alla piastra) e gli yakitori (spiedini di pollo grigliati).

Un po' di tutto insomma, se cercate un posto per ristorarvi, acquistare souvenirs e sentirsi completamente immersi nella tradizione Giapponese, credo che Asakusa faccia al caso vostro. Inoltre l'ambiente è reso ancora più particolare dai portantini, in abiti tradizionali, che trasportano i turisti nei risciò. E' anche un centro molto comodo nel caso cercaste posti divertenti per i bambini. Intorno ad Asakusa potete trovare il più vecchio parco giochi del Giappone, lo Hanayashiki.

Aperto nel 1853 e è stato successivamente abbandonato totalmente durante la seconda guerra mondiale. Nel 1949, dopo un paio di anni di lavori per la ristrutturazione e per l’adeguamento alle norme di sicurezza, è stato riaperto.
Una cosa carina da vedere è la mascotte del parco, la Panda car con cui i bambini possono divertirsi a guidarla.
Il Tempio Sensō-ji
Il Sensō-ji è un Tempio dedicato al boshisattva Kannon (Avalokitesvara).
La leggenda narra della statua d’oro di Kannon trovata nel fiume Sumida dai due pescatori Hinokuma Hamanari e Hinokuma Takenari nel 628. La statua venne poi conservata dal capo del Villaggio Hajino Nakamoto nella sua casa ad Asakusa. Successivamente questa fu adibita a tempio, così da permettere ai visitatori di venerarla.

Il vero tempio invece fu costruito nel 645 e raso al suolo durante la seconda guerra Mondiale. Essendo stato ricostruito in seguito, è ora simbolo di rinascita dalle ceneri e di pace per tutti i Giapponesi. Inoltre, un albero è cresciuto all’interno del tronco di un precedente albero che fu distrutto dai bombardamenti. Anche questo è un ulteriore simbolo di rinascita.

Nel Sensō-ji si svolge il più importante festival Giapponese, il Sanja Matsuri, in primavera. Della durata di 3/4 giorni, il festival attira molte persone tra turisti e gente del posto.
Questo Festival ha subito varie trasformazioni. Originariamente parte come un “funamatsuri”, ovvero una cerimonia che si svolge su una nave. Successivamente, è diventato comune usare i “dashi”, che sono carri da cerimonia. Arriva alla sua forma odierna in cui tre “mikoshi” (altari) vengono portati in processione.
Nel tempio potete trovare dei distributori di omikuji (biglietto contenente una predizione divina), ed anche un giardino in stile tradizionale Giapponese.

Asakusa in pillole:
Dove: nord-est tokyo
Particolarità: Tempio Sensoji, Kaminarimon, parco giochi Hanayashiki, Nakamise Dori
Cibo: senbei, yakisoba, yakitori e varie specialità della tradizione culinaria Giapponese
Photo Credits: Google Images & Japan Italy Bridge













