Japan Travel: Pellegrinaggio di Yanaka - La Tokyo nascosta

La Tokyo nascosta: pellegrinaggio alla ricerca della buona fortuna.

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Il rapporto che i giapponesi hanno con la religione, e soprattutto con la spiritualità, è molto particolare. Non molto eclatante, a volte nascosto, ma è un legame sempre presente, fatto di piccoli gesti quotidiani e rituali. A volte, in occasioni particolarmente importanti o in periodi difficili si fa visita a questa o quella divinità per chiedere protezione e benevolenza. Tra le divinità più venerate in tutto il Paese ci sono quelle che vengono chiamate le 'Sette Divinità della Fortuna', in giapponese Shichi Fukuji (七福神).Non è quindi inusuale trovare brevi percorsi di pellegrinaggio in onore di questi dei.

Queste sette divinità sono arrivate in Giappone ormai secoli fa, e sono frutto di un lento processo di assimilazione. Processo che ha visto fondersi insieme Buddismo, Induismo, Taoismo e Shintoismo ovviamente. Camminando per un percorso prestabilito si toccano i templi di tutte e sette le divinità collezionando timbri o iscrizioni a commemorazione della visita.
Questi pellegrinaggi sono più frequenti durante le prime due settimane dell'anno. Questo è infatti il periodo in cui, secondo le antiche tradizioni giapponesi, le sette divinità approdano a terra con la loro 'nave dei tesori' distribuendo doni e buona fortuna a tutti.

Soltanto a Tokyo ci sono più di 20 percorsi di questo tipo e quello di cui vogliamo parlarvi oggi vi porterà alla scoperta di Yanaka.
Yanaka è una piccola perla risalente all'epoca Edo, incastonata tra alti palazzi, vie dello shopping e il famoso parco di Ueno. Il suo cuore antico ha saputo mantenersi intatto, ed è spesso meta di molti turisti che vogliono ritrovare nella grande metropoli un assaggio del suo passato.

Pellegrinaggio attraverso Yanaka

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Questo percorso attraverso Yanaka inizia dalla stazione di Tabata, facilmente riconoscibile essendo una delle fermate della Linea Yamanote, che collega con il suo percorso circolare, tutte le zone di attrazione principale della città.

La vostra prima tappa sarà il tempio Tokakuji, a poca distanza dalla stazione.
Essendo questa la prima tappa del pellegrinaggio, qui potrete acquistare il rotolo rappresentante le sette divinità che poi vi verrà segnato ad ogni tappa.
Questo tempio ospita Fukurokuji, divinità che come suggerisce il nome stesso è il dio della saggezza, della ricchezza e della longevità. Spesso rappresentato calvo e con una fronte sproporzionatamente alta, è accompagnato da una gru e una tartaruga, simboli di longevità. A volte è presente un cervo nero. La sua statua è collocata nel giardino retrostante il tempio che viene aperto al pubblico solo per il Nuovo Anno.

Ma nonostante il tempio sia dedicato a Fukurokuji, la prima cosa che attirerà la vostra attenzione all'ingresso saranno due statue Nio. Queste due statue si ergono a protezione del tempio e anche dei malati che ne chiederanno la protezione. Si ritiene infatti che abbiano poteri curativi.
Se soffrite per qualche malanno, acquistate l'apposito foglietto di carta rossa presso il tempio e attaccatelo sulla statua li dove avvertite dolore. La divinità vi guarirà.

Sempre qui, potrete acquistare una mappa del percorso, per facilitarvi la strada.

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La seconda tappa è il tempio Sei'un-ji, conosciuto anche come Hanamidera. Come suggerisce il nome, il tempio era, ed è ancora oggi, una meta particolarmente adatta ad assistere alla fioritura primaverile. Questo è possibile grazie agli alberi di ciliegio e alle azalee qui piantate nel XVIII secolo. Il tempio è dedicato al dio Ebisu, il più giovane tra i sette, divinità del commercio e protettore di pescatori e lavoratori, ma anche dei bambini piccoli.

Ad appena un minuto di distanza, si trova il terzo tempio del pellegrinaggio, il tempio Shusei-in che ospita Hotei. Questa divinità, conosciuta anche come il Budda che ride, è rappresentata come un uomo calvo e panciuto, dal sorriso bonario che spesso accompagnato da bambini. Hotei potrebbe essere associato al nostro Babbo Natale in quanto anche lui porta con se un sacco di doni che elargisce soprattutto ai bambini.
La statua di Hotei nel tempio Shusei-in è particolarmente bella. Fermatevi a pregare presso di essa, ma anche ad ammirare i murales dipinti che caratterizzano il tempio.

Photo credits: japantoday.com

Un pò più defilato è il tempio Choan-ji, la vostra tappa successiva.
Qui trova la sua dimora Jurojin, divinità della longevità. La sua rappresentazione è molto simile a quella di Fukurokuji ed è per questo che queste due divinità vengono spesso sovrapposte. Ma è possibile trovare anche Itabi, delle statuine erette per preservare il riposo delle anime dei morti risalenti al periodo Kamakura (1185-1333) e Muromachi (1336-1573). Il tempio Choan-ji ne ospita ben tre risalenti a questo periodo.

Superato questo tempio, dirigetevi verso il Cimitero di Yanaka e la vostra prossima destinazione sarà il tempio Tennoji. Esso vi accoglierà al suo ingresso con una grande statua di Budda risalente alla fine del 1600. Ma il vostro obbiettivo principale sarà un piccolo altare alla vostra destra. Qui risiede Bishamonte, il dio guerriero, rappresentato con una lancia e una pagoda tra le mani, a simbolo della sua duplice natura. È il dio dei guerrieri che punisce i malvagi, e l'associazione con il pacifico predicatore Budda non deve stupire. Bishamonten infatti, noto anche come Tamonten, è anche il protottero dei luoghi in cui Budda predica.

Penultima tappa di questo pellegrinaggio è il tempio Gokoku-in, dimora del dio Daikokuten, divinità della ricchezza e dei raccolti, ma anche protettore della casa e in particolare della cucina. Da notare un piccolo palco nel cortile antistante il tempio utilizzato per rappresentazioni in onore della divinità.

L' ultima tappa, forse quella più bella, vi porterà ad attraversare il parco di Ueno fino ad arrivare al stagno Shinobazu e al tempio Bentendo.
Benten è ospitata in questo tempio, dea delle arti e della musica. Questa divinità si dice essere più felice quando è circondato dall'acqua, ecco perchè il tempio si trova vicino a questo stagno, e il suo simbolo è un liuto. Benten è anche la divinità della conoscenza e della saggezza, visitata quindi anche da coloro che desiderano avere successo sul lavoro o per un esame.
Il tempio, seppure una ricostruzione moderna, resta fedele alla struttura originaria ed è particolarmente riconoscibile per i suoi colori brillanti. Dominanti sono il rosso, il bianco e il verde acqua.

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Qui termina il pellegrinaggio, ma lungo il percorso non mancano certo le distrazioni che renderanno ancora più piacevole il vostro viaggio.

Lungo il percorso

Photo credits: Japan Italy Bridge

Lungo la strada troverete una miriade di altri piccoli templi sia buddisti che shintoisti. Fate una passeggiata nell'antico quartiere di Yanaka Ginza, proprio alle spalle della stazione di Nippori e fermatevi a mangiare qualcosa ad uno dei tanti chioschetti tradizionali della zona.
Appena fuori da Yanaka troverete il piccolo tempio Kyooji, sul cui portone centrale è possibile ancora vedere dei fori di proiettile. Questi segni sembrano risalire alla battaglia di Ueno del 1868 durante la quale le truppe imperiali cacciarono via dalla allora Edo le truppe fedeli allo shogun.
Il cimitero di Yanaka poi vi darà modo di fare una piccola sosta. Un luogo di pace che vi sorprenderà ancora di più durante la fioritura dei ciliegi.
Per non dimenticare il Parco di Ueno, un piccolo gioiello verde nel cuore di Tokyo. Meta rinomata per la sua meravigliosa fioritura dei ciliegi, ospita al suo interno anche per il famoso Zoo di Ueno con i suoi panda.

Photo credits: Japan Italy Bridge

Nel parco, tra gli altri, è presente anche il tempio Toshogu con la sua pagoda, dedicato a Tokugawa Ieyasu. Nel periodo tra aprile e maggio sarà anche possibile entrare nel bellissimo giardino che ospita una piccola ma impressionante collezione peonie, uno dei fiori più amati dai giapponesi.

Non mancano poi musei e negozi tradizionali, in un viaggio alla scoperta di una Tokyo un pò diversa da quella che siamo abituati a conoscere, ma certo altrettanto affascinante.


Japan Modern Culture: Kimi no Na wa - Your Name

Kimi no Na wa - Your Name

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Your name (titolo originale: 君の名は。- Kimi no Na wa.) è il fortunato film d'animazione giapponese diretto da Makoto Shinkai e prodotto dalla CoMix Wave Films. Tra il 2016, anno di rilascio, e il 2017 ha sbancato i botteghini non solo in Giappone ma in tutto il mondo.
L’opera ha i tratti di una storia d'amore adolescenziale, ma anche del thriller fantascientifico intriso di riferimenti alle tradizioni e alla cultura giapponese. Con continui cambi di prospettiva e balzi temporali, una animazione vivida e avvolgente, una colonna sonora che accompagna le scene e ne sottolinea i dettagli, Your name ha saputo conquistare milioni di fan.

La Storia

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Il centro della storia sono due ragazzi delle scuole superiori, Mitsuha Miyamizu e Taki Tachibana.
Mitsuha vive nel piccolo villaggio montano di Itomori nei pressi di Tokyo e ama passare il suo tempo con i suoi due amici Sayaka e Tessie. Ha una sorella più piccola e un padre, politico locale, che sembra essere poco interessato a loro. La madre invece è morta e le due sorelle vivono con la loro nonna. Mitsuha, come la nonna, è destinata a diventare una miko, sacerdotessa del tempio locale di cui la sua famiglia è custode. Ma è una vita che le sta stretta, oltre a causarle un pò di imbarazzo con i compagni. Ciò che desidera è trasferirsi nella sfavillante metropoli e vivere come una ragazza normale, anzi di essere nella prossima vita un bel ragazzo di Tokyo.

Taki invece vive proprio nel centro di Tokyo e conduce una vita normale divisa tra scuola, amici e il suo lavoro part-time. Nel tempo libero infatti fa il cameriere in un ristorante italiano, Il giardino delle parole, nome che è un chiaro riferimento ad una precedente opera di Shinkai. E' un ragazzo un pò irruento ma in fondo gentile che aspira a diventare architetto. Come gli altri colleghi di lavoro, è innamorato della bella collega Miki Okudera.

Un giorno però, la vita dei due protagonisti, che vivono senza sapere dell'esistenza l'uno dell'altra, viene sconvolta da qualcosa di impensabile. In quella che sembrava una mattina come tutte le altre i due si ritrovano, senza una spiegazione plausibile, a scambiarsi di corpo. Questi scambi continueranno per diverso tempo tanto che, superata l'iniziale sorpresa, i due cercano di adattarsi alla nuova condizione. Comunicando soprattutto tramite un diario sui rispettivi cellulari in un certo senso si aiuteranno a vicenda. Mitsuha, con il suo lato dolce e affabile, aiuterà Taki ad avere un appuntamento con la collega di cui è innamorato. Taki invece, con il suo temperamento, aiuterà Mitsuha ad affrontare i suoi compagni di scuola e ad essere più sicura di se. Non ci vorrà molto perché i due, pur non essendosi mai incontrati, comincino a provare qualcosa l’uno per l’altra.

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Un giorno Mitsuha racconta a Taki di una cometa che passerà sui cieli del Giappone proprio nel giorno del suo appuntamento con la bella Okudera. Ad Itomori è il giorno della festa d'autunno. Il ragazzo non capisce di cosa parli ma quando cerca per la prima volta di chiamare il cellulare di Mitsuha, il suo tentativo fallisce. Capisce che per loro non è più possibile scambiarsi i corpi e decide quindi di andare ad incontrarla di persona.
Quando finalmente scopre il nome del villaggio, scopre anche che era stato distrutto tre anni prima. Un frammento della cometa Tiamat era precipitato su Itomori, distruggendo quasi completamente il villaggio ed uccidendo un terzo degli abitanti, tra i quali anche Mitsuha.
Taki si reca allora al santuario del dio protettore locale, Musubi, sulla cima del monte Hida poco fuori dal villaggio. Dopo essere entrato nel luogo sacro decide di bere il Kuchikamizake, il sake preparato da Mitsuha e che lui stesso, nei panni di lei, aveva lasciato lì come offerta trovandosi di fatto a viaggiare indietro nel tempo. Rivede il passato di Mitsuha e si risveglia ancora una volta nel corpo della ragazza, poco prima della caduta della cometa. Consapevole di ciò che accadrà Taki fa di tutto per far si che gli abitanti del villaggio si rendano conto del pericolo. Ma sa anche che quella è la sua ultima occasione per vedere Mitsuha. Corre quindi ad incontrare la ragazza in cima al monte Hida, dove il suo corpo del futuro era rimasto. Qui, i due protagonisti riescono a vedersi, per pochi istanti, prima che le loro memorie vengano cancellate. L’impegno dei due giovani salva il villaggio cambiando così il corso della storia, ma allo stesso tempo lascia in loro un senso di vuoto. Questo distacco da qualcosa a cui non sanno dare né un nome né un volto li spinge a cercarsi pur non avendo più memoria l’uno dell’altra.

Il Successo

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Il film, proiettato in anteprima nel luglio 2016 in occasione dell'Anime Expo di Los Angeles, è stato poi distribuito nelle sale cinematografiche Giapponesi a partire da agosto. Da subito acclamato come un capolavoro, nella sua marcia trionfale ha attraversato ben 92 paesi incassando più di 355 milioni di dollari. Questo lo rende il primo anime per numero di incassi nella storia. Un traguardo che nemmeno gli autori stessi si aspettavano di raggiungere.
Questo successo commerciale lo ha reso il secondo film di animazione di maggior successo in patria dopo la Città incantata di Hayao Miyazaki. È in oltre il quarto film più visto secondo solo a Titanic e Frozen. Ma si è anche guadagnato la posizione di film di animazione giapponese più visto in diversi altri paesi del mondo.

Per quanto riguarda l’Italia, il primo trailer in lingua italiana è stato trasmesso solo dal 6 dicembre 2016. Successivamente, il film è stato proiettato in circa 160 sale dal 23 al 25 gennaio 2017 grazie a una collaborazione fra Dynit e Nexo Digital. Il successo di incassi è stato tale che ne sono state fatte diverse repliche, con un incasso totale è stato di circa 700.000 euro.

A guardare questi numeri non stupisce che il direttore Shinkai sia stato definito da alcuni come il successore di Hayao Miyazaki. Titolo che l’interessato ha molto umilmente rifiutato affermato di non esserne all'altezza

Temi e Simbologia

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L'ispirazione per la storia è arrivata all'autore da opere quali Inside Mari di Shūzō Oshimi o Ranma ½, così come anche da opere classiche come il Torikaebaya Monogatari risalente al periodo Heian (794 - 1185). Ma un'altra fonte di ispirazione per l'autore pare essere stato un antico poema della poetessa Ono no Komachi, che visse tra l’800 e il 900.
In una sua poesia la donna scrisse : "Forse ero assorta in pensieri d'amore quando chiusi gli occhi? Lui comparve. Se avessi saputo che era un sogno non mi sarei svegliata."

E in effetti più che scambiarsi di corpo i due protagonisti di Your name sognano l’uno dell’altra. Ciò è possibile perchè Mitsuha è una sacerdotessa devota al dio Musubi, la divinità che governa le esperienze e le connessioni umane. Quando Taki nel corpo di Mitsuha si rivela alla nonna, l’anziana donna non ne sembra sconvolta, anzi. Lei stessa infatti ne aveva avuto esperienza trattandosi di un particolare potere della famiglia, pur non ricordando più il ragazzo nei suoi sogni.

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Il tempio, situato in cima ad una montagna che sembra essere il cratere di una precedente apparizione della cometa, rappresenta un luogo sacro. Rappresenta il confine tra il regno degli dei e quello terreno, tra il regno dei vivi e quello dei morti. Per entrarvi, bisogna lasciare una parte di sé, e Mitsuha lascerà una parte di sè nel sake da lei preparato. La creazione del Kuchikamizake è una tradizione di famiglia Miyamizu, assieme alle danze tradizionali e all'intreccio dei fili. È un particolare metodo di creazione del sake che prevede la masticazione del riso per attivarne la fermentazione.

Sono molto importanti a questo proposito le parole pronunciate dalla nonna di Mitsuha:
“Musubi, è l’antico nome del dio guardiano di questi luoghi.
Intrecciare i fili è Musubi.
Il legame tra le persone è Musubi.
Lo scorrere del tempo è Musubi
Tutto questo è parte del potere della divinità.
I fili intrecciati che fabbrichiamo sono un dono della divinità e rappresentano lo scorrere del tempo stesso.
Essi convergono e prendono forma. Si curvano, si intrecciano. A volte si sciolgono, si rompono, e poi si riconnettono di nuovo.
Questo è Musubi. Questo è il tempo.
Musubi è anche condividere qualcosa con qualcuno.”

Queste parole, oltre a rappresentare un concetto spirituale molto profondo, rendono anche la forza del gesto compiuto da Taki quando beve il sake preparato da Mitsuha. Questo gesto infatti è un atto simbolico di connessione profonda in cui il giovane assume in sé una parte di Mitsuha e del suo potere spirituale permettendogli così di incontrarsi.

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Altrettanto simbolico è il fatto che i due giovani si incontrino al tramonto. Secondo le antiche leggende infatti, il tramonto è il momento in cui il confine tra il mondo degli spiriti e quello terreno si fa più labile. Ed è per questo che i giovani possono finalmente incontrarsi pur essendo Mitsuha morta 3 anni prima. I due dovendo però sacrificare i loro ricordi per poter tornare nel mondo terreno.
Un’altra leggenda giapponese trova spazio nella storia. Taki e Mitsuha sembrano infatti essere altresì legati da quello che molti conoscono come il ‘filo rosso del destino’ che si dice leghi due persone destinate a stare insieme. Filo rosso simboleggiato in questo caso da un laccetto che la stessa Mitsuha aveva realizzato e poi donato a Taki.

Shinkai, che come abbiamo detto non si aspettava il successo di pubblico planetario, ha affermato che era nelle suo intenzioni creare un film che avesse come target i giovani giapponesi. Voleva creare qualcosa che li spingesse a credere nel loro futuro.
Lui stesso ha detto: "Ho creato questo film sperando che il pubblico giovane potesse credere nel fatto che 'forse c'è quel qualcuno nella mia vita che magari non ho ancora incontrato, ma che potrei incontrare domani, o in futuro.' "

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Un altro tema importante affrontato dal film è quello della giustapposizione tra la piccola città rurale e la grande metropoli Tokyo, qualcosa che l'autore stesso ha sperimentato. Cresciuto infatti in un piccolo villaggio, si è poi trasferito a Tokyo, cosa che accomuna molti giovani giapponesi.
Qui vediamo Mitsuha, vive immersa nelle tradizioni locali, ma desidera la vita di città, mentre Taki, immerso nella vita di città, impara ad apprezzare il passato e le tradizioni.
Ancora una volta sono le parole della nonna a venirci in aiuto: "Anche se le parole sono andate perdute è importante mantenere le tradizioni ". Con questo sembra volerci ricordare da dove veniamo, contrapponendosi al figlio, politico locale corrotto, che ha scelto di abbandonare completamente il tempio.
Le antiche tradizioni rappresentano il sostrato fondante della comunità, ciò su cui il presente si basa e che lega tutte le persone insieme. E quello che le rende capaci di affrontare anche i periodi più bui.
Il giappone non è estraneo ai disastri naturali, basti ricordare il recente terremoto del 2011, o il grande terremoto del Kanto del 1923. E come dimenticare il disastro atomico che pose fine alla seconda guerra mondiale. Da tutto questo, il Giappone ha sempre trovato il modo di ripartire, ponendo un interesse sopra gli altri: come impedire che ciò che è accaduto una volta accada ancora. Non c'è da stupirsi allora che in questo film i due protagonisti cerchino di impedire quello che sarebbe una vera e propria tragedia.
L'obiettivo del film è quello di dare speranza, ma invita anche a non dimenticare mai le proprie radici e l'unione spirituale che esse possono creare.
Potremmo affermare quindi che Your name abbia una funzione quasi catartica per chi lo guarda.

Punti di Forza

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Che siate tra coloro a cui il film è piaciuto o meno, Your Name ha sicuramente diversi punti di forza oggettivi.
Primo fra tutti l'animazione e la resa molto realistica delle ambientazioni, come è nello stile dell'autore del resto. I paesaggi sono descritti nei minimi dettagli e i colori sono caldi e brillanti. Le immagini sono così vivide da trasmettere, anche solo con i loro colori, le emozioni vive e pure dei protagonisti, contribuendo quindi alla funzione catartica del film.
Pregevole è anche la colonna sonora che è stata composta dal vocalist della rock band giapponese Radwimps, Yojiro Noda.
A Noda, caldamente voluto dallo stesso Shinkai, è stata fatta una sola richiesta : “fare in modo che la musica fosse un complemento al dialogo o al monologo dei personaggi".
E considerati i risultati possiamo dire che proprio questa colonna sonora rappresenti una delle chiavi del successo di questo film.

Questo mondo sembra volermi tenere buono
Come desideri allora, io mi dibatterò splendidamente.
Your Name Theme song - Yojiro Noda

Eppure, nonostante le critiche positive, Shinkai ha affermato che il film è in realtà non è così riuscito come lo aveva pensato. La mancanza di tempo e di fondi lo hanno costretto a consegnare al pubblico un opera che lui stesso definisce incompleta.
Ha infatti affermato : "Ci sono cose che non abbiamo potuto fare, Masashi Ando (direttore dell’animazione) avrebbe voluto continuare a lavorarci ma ci siamo dovuti fermare per mancanza di tempo e soldi…. Per me è un lavoro incompleto, sbilanciato. La trama va bene ma non è perfetta. Due anni non sono stati sufficienti."

Prodotti correlati e remake

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Oltre al film, i prodotti correlati a Your Name comprendono altre opere, tra un romanzo, manga, guide al film e cd. Nel solo mese di dicembre 2016, le vendite di questi prodotti sono ammontate a circa 2,5 milioni di copie.
Il romanzo e il manga omonimi in italia sono editi dalla casa editrice J-Pop. Il film in versione Blu-ray e DVD normale, rilasciato nel luglio 2016, è arrivato in Italia nel novembre 2017.
Le vendite hanno confermato il successo delle sale cinematografiche.

Lo scorso settembre è stato anche annunciato che Kimi no na wa avrà presto un adattamento cinematografico hollywoodiano.
Il produttore scelto altri non è che J.J. Abrams (Star Trek, Mission impossible). L'annuncio ha già scatenato i molti fan del film ma anche i semplici curiosi. Molte sono le voci preoccupate che questo adattamento possa stravolgere quello che a tutti gli effetti viene considerato un capolavoro.
E i precedenti non sembrano giocare a favore di questo live action. E’ ancora recente la notizia che il direttore del remake Netflix di Death Note abbia dovuto chiudere il suo account Twitter dopo essere stato attaccato duramente per il lavoro svolto. Duri attacchi sono stati riservati anche ad un altra opera di animazione molto amata, Ghost in the shell, il cui film con Scarlett Johansson non ha proprio soddisfatto i fan.
Kimi no na wa certo non è un film semplice da adattare in ambientazione occidentale per via dei suoi numerosi richiami a particolari ambientazioni e a particolari riferimenti culturali e religiosi. Si pensi a Mitsuha e alla sua famiglia, custodi del tempio del dio Musubi e delle antiche tradizioni del villaggio.
Per quanto riguarda i luoghi invece, oltre ad Itomori che è un villaggio di fantasia, ci sono delle città reali. Non solo Tokyo, ma anche Hida, e lo stesso lago di Itomori è ispirato ad un famoso lago giapponese, il lago Suwa.
Solo il tempo ci dirà quale sarà il futuro di questo adattamento.

Trailer italiano:

 


gion Matsuri

Japanese Tradition: Gion Matsuri

Gion Matsuri: un'esperienza unica

Photo credit: Daranice

La Festa di Gion o Gion Matsuri (祗園祭), così come viene chiamato a partire dall'epoca Meiji, prende il suo nome dal noto quartiere di Kyōto, Gion appunto, situato nel distretto di Higashiyama. Si tratta di una festa religiosa in onore del dio Susanoo, anche conosciuto come Takehaya Susanoo-no-Mikoto, venerato presso il santuario Yasaka.
Susanoo, dio del mare e delle tempeste, è anche signore del mondo dei morti, oltre ad essere fratello di Amaterasu da cui si dice discenda la stirpe degli imperatori giapponesi.

Insieme allo Aoi Matsuri (15 Maggio) e allo Jidai Matsuri (22 Ottobre), il Gion Matsuri costituisce una delle tre più grandi feste religiose di Kyōto, e del Giappone. Viene celebrato ogni estate per tutto il mese di luglio. Lo scopo è quello di placare gli spiriti dei defunti e invocare la protezione del dio sulla città per tenere lontano malattie e catastrofi naturali.

Come potete immaginare si tratta di un matsuri ricco di eventi. I principali e più spettacolari sono la Yamaboko Junkō ( 山鉾巡行, sfilata dei carri) e il Mikoshi Togyo (神輿渡御, l'uscita dei palanchini divini). Entrambi si svolgono tra il 17 luglio e il 24 luglio, giorni in cui la festa raggiunge il suo apice.
Una delle ragioni maggiori della spettacolarità di questo festival è sicuramente la grandezza dei carri utilizzati, in particolari quelli chiamati Hoko. Questi raggiungono anche i 25 metri di altezza per un peso di più di 10 tonnellate, e vengono trainati grazie a delle ruote alte circa due metri. Ogni carro viene ogni anno costruito dalle fondamenta, e poi smantellato al termine del festival, e tutti i pezzi sono tenuti insieme senza l’utilizzo di viti, come da tradizione.
Ma procediamo con ordine…

Un pò di storia

gion Matsuri

photo credit: kyotodeasobo.com

Tradizione vuole che il Gion Matsuri sia nato nell'anno 869. Da circa un secolo la corte imperiale giapponese si era sposta da Nara a Heiya-kyō (la odierna Kyōto) ed era dominata dalla potente famiglia Fujiwara.
Si dice che in seguito alla diffusione di un'epidemia, la Corte Imperiale decise di tenere il primo goryōe (御霊会), un rito purificatore tenuto presso il piccolo tempio Shinsen'en. Bisogna sapere che a quei tempi la città si trovava in una regione piuttosto paludosa dell'entroterra, molto calda ed umida. L'alta concentrazione di popolazione unita alla mancanza di fognature e condotte idriche spesso favoriva la contaminazione delle acque potabili con quelle di scolo. Non è quindi difficile immaginare che malattie come malaria, vaiolo, influenza e dissenteria fossero molto diffuse. Eppure, nell'antico Giappone la causa di tutto questo fu attribuita a ben altro.

gion Matsuri

photo credit: japancheapo.com

Secondo le predizioni di un maestro divinatore i veri responsabili dell'epidemia erano degli spiriti malvagi, ovvero i fantasmi del principe Sawara Shinnō e dei suoi compagni. Questi, accusati dell'omicidio del nobile Fujiwara no Tanetsugu, erano morti professando fino alla fine la loro innocenza.
Nel tentativo di calmare gli spiriti si tenne quindi il primo goryōe con invocazione al dio Susanoo. Inoltre, il nobile Urabe Hiramaru fece erigere 66 lance, una per ogni provincia del Giappone, in modo da rinchiudere al loro interno gli spiriti malvagi e purificare la capitale.
Proprio qui nacque l'usanza di portare in processione tre mikoshi, o palanchini divini, e di tenere un goryōe ogni volta che una epidemia o malattia si diffondeva. Il tutto era contornato da altre celebrazioni e momenti gioviali.
Fino al 970, quando venne stabilito che il Gion Goryōe (祗園御霊会) si dovesse svolgere regolarmente ogni anno.

Successivamente, a partire dal periodo Muromachi, l'evento fu arricchito ulteriormente dalla presenza dei tipici carri, gli yamaboko (山鉾), anche essi fatti sfilare per le vie della città. Questi erano costruiti grazia alla collaborazione del ceto mercantile che proprio in questo periodo vive un momento di forte ascesa dopo secoli di denigrazione. I carri venivano adornati con decorazioni che si fecero nel tempo sempre più ricche e sofisticate.
Insomma, la sfilata divenne anche un modo per esibire la ricchezza del ceto mercantile.

Nonostante brevi interruzioni (durante la guerra Ōnin (1467-1477) e durante la seconda guerra mondiale (1941-1945) ), il festival viene ancora oggi mantenuto vivo e può vantare una storia lunga più di mille anni.

I festeggiamenti

I festeggiamenti che come dicevamo durano per tutto il mese di luglio coinvolgono tutte le varie aree della città.

Si inizia il primo di luglio, quando presso il santuario Yasaka si tiene la cerimonia del Kippuiri (吉符入). Qui, i rappresentanti dei quartieri responsabili dell'organizzazione pregano perché tutto si svolga tranquillamente e senza incidenti.

Il 2 luglio, presso il palazzo comunale di Kyōto, si svolge una estrazione presieduta dal sindaco della città con cui viene scelto l'ordine di processione dei carri. Aprire la processione però spetta sempre al Naginataboko (長刀鉾).

photo credit: heterophyllum

Il 10 luglio vengono preparati i mikoshi (神輿), tre palanchini che ospiteranno tre piccoli tempietti dedicati al dio Susanoo. Contemporaneamente, alcuni secchi vengono calati dal ponte Shijō per raccogliere dal sacro fiume Kamo l'acqua destinata al lavaggio dei mikoshi. Nel tardo pomeriggio si tiene poi una sfilata esibendo lanterne di carta di manifattura tradizionale che serviranno ad accogliere il dio.

Sempre il 10 luglio ha inizio anche la costruzione dei carri e passeggiando per le vie del centro di Kyōto potrete osservarli prendere lentamente forma sotto le mani sapienti dei loro costruttori.

I giorni tra il 14 al 16 luglio sono quelli che precedono la festa vera e propria. Il 14 luglio è conosciuto come yoi-yoi-yoi-yama (宵々々山), il 15 luglio come yoi-yoi-yama (宵々山) mentre il 16 è chiamato yoi-yama (宵山). Lo stesso varrà per il 21,22 e 23 luglio. In questi giorni, a partire dalle ore 6:00 del pomeriggio, le vie del centro chiuse al traffico si riempiono del vociare di passanti e turisti. Si passeggia tra le numerose bancarelle, alla luce delle lanterne tenute sempre accese, ammirando yamaboko.
Sempre in questo periodo, le famiglie più antiche della città aprono le finestre delle loro case permettendo così ai passanti di ammirare i tesori che custodiscono da generazioni.

Il 15 luglio, si tengono lo imitaketate (斎竹建) e lo yoimiya-sai (宵宮祭). Il primo è un rito durante il quale si dispongono a quadrato dei tronchi di bambù intorno all'area in cui si svolgerà la processione per proteggerla da ogni contaminazione. Lo yoimiya-sai si tiene invece presso il santuario di Yasaka, durante il quale lo spirito della divinità viene trasferito nei tre mikoshi purificati.

gion Matsuri

photo credit:  Tomomi Onishi

Il 16 luglio i musicanti di ogni carro si recano al tempio per pregare per il bel tempo il giorno successivo e non mancano spettacoli musicali e di danza per le strade.

Il 17 luglio è l'atteso giorno in cui la festa raggiunge il suo culmine. È il momento dello Yamaboko Junkō, la grande sfilata dei carri. Questi vengono divisi in 2 gruppi gli yama 山 (montagna) e gli hoko 鉾 (lancia) appunto. Il primo gruppo è formato dai 9 carri hoko, e simboleggiano le 66 lance utilizzate da Urabe Hiramaru per scacciare gli spiriti maligni. Il secondo gruppo è formato dai 23 carri yama, più piccoli, che trasportano rappresentazioni a grandezza naturale di personaggi importanti e famosi.
Ogni carro hoko trasporta musicanti che ne accompagnano la processione.
Kon-kon chiki-chin, kon-kon chiki-chin… questo è il suono distintivo del Gion Matsuri, una ritmo tradizionale risalente al periodo Edo.
E non mancano per le strade danzatori ed acrobati di vario genere a rendere la parata ancora più allegra e movimentata. Ovviamente tutti sono vestiti con costumi colorati e rigorosamente tradizionali.

Come già detto ad aprire la parata sarà il carro Naginata-boko. Viene così chiamato per via di una naginata (tipica lancia giapponese) che svetta verso l’alto sulla sua cima. Si dice che essa abbia il potere di scacciare spiriti maligni e pestilenze. La naginata originale di epoca Heian era stata forgiata in metallo, mentre quella che oggi possiamo ammirare è fatta in bambù.

Sul Naginataboko viene trasportato anche un chigo, (稚児), un bambino vestito con ricchi abiti tradizionali e un copricapo a forma di fenice dorata. Questo bambino ha il compito di rappresentare il dio durante la festa.
Il prescelto, solitamente selezionato tra le più importanti famiglie di mercanti e commercianti di Kyōto, deve sottoporsi ad un lungo periodo di preparazione prima di poter ricoprire questo ruolo. Settimane di riti purificatori e di completo isolamento, lontano da tutto ciò che potrebbe contaminarlo, e quindi anche dalle donne. Non gli è nemmeno permesso di toccare il suolo comune ma viene portato in spalla da uomini incaricati del suo trasporto
Al bambino spetterà il compito di tagliare con un solo colpo una grossa corda sacra realizzata in paglia. È lo Shimenawa-kiri (しめ縄切り), atto con cui la divinità entra nel mondo terreno recidendo il confine che separa i due mondi, e con questo gesto viene dato ufficialmente inizio alla grande festa.

gion Matsuri

photo credit:  picssr.com

Nel tardo pomeriggio, si assiste invece all'uscita dal tempio dei palanchini divini ovvero il mikoshi togyo. È il momento tanto atteso dello Shinkō-sai (神幸祭), ovvero l'uscita della divinità dal tempio con i palanchini portati a spalla per le vie della città.

Il 24 luglio questa doppia sfilata viene ripetuta e alla sera i tre mikoshi vengono riportati al tempio al tempio. È il momento del Kankō-sai (還幸祭), con il quale lo spirito del dio ritorna definitivamente al mondo che gli appartiene.
Al termine della sfilata i carri vengono immediatamente smantellati e conservati per il festival successivo.

gion Matsuri

photo credit:  Tomomi Onishi

Lo stesso giorno si svolge la Hanagasa Junkō (花傘巡行), evento che come suggerisce il nome stesso ha come protagonista i fiori. Questo nome viene infatti scritto con i caratteri di hana (花) ovvero fiore, e kasa (傘) ovvero ombrello. Durante questa parata, i carri e le persone che sfilano sono tutti adornati da ombrelli e cappelli abbelliti da fiori.
La parata è aperta da piccoli mikoshi trasportati questa volta da bambini e al loro seguito troviamo un corteo numerosissimo di persone in abiti tradizionali. Ci sono i rappresentanti di associazioni culturali e commerciali, musicisti, danzatori,acrobati e in particolare alcune tra le più note geisha e maiko della città. E sono proprio loro i fiori più belli da mettere in mostra.

gion Matsuri

photo credit: geimei.tumblr.com

Il 28 luglio c’è la cerimonia del mikoshi-arai (神輿洗式), il lavaggio dei mikoshi presso il santuario Yasaka, per purificare i palanchini, fino al prossimo anno.
Se vi trovate nei paraggi non perdevi questo momento. Si dice infatti che porti fortuna essere colpiti dagli schizzi dell'acqua destinata al dio.

A segnare la fine del Gion Matsuri è il festival del nagoshisai (夏越祭), che si tiene ogni anno il 31 di luglio presso il santuario Ekijin.
Legato al torii, il ‘cancello’ che segna l’ingresso dell’area sacra del tempio, si trova una grossa corda di paglia intrecciata a formare un cerchio del diametro di due metri, lo Chinowa (茅の輪).
Passate pure attraverso questo grande cerchio per essere purificati, e ricevere poi un talismano di protezione sul quale troverete scritto “Somin-shorai shison nari(蘇民将来子孫也) che significa “Sono un discendente di Somin Shorai”. Secondo la leggenda Somin Shorai era un uomo umile che un giorno accolse in casa un viandante che era già stato rifiutato da un ricco signore. Il viandante era in realtà una divinità che per ringraziarlo della sua ospitalità gli insegno come costruire questi talismani porta fortuna. Da allora si crede che questi abbiano il potere di allontanare catastrofi e ladri.

gion Matsuri

photo credit: kyoto-tabiya.com

gion Matsuri

photo credit: kyotoiju.com

Quello del Gion Matsuri è un lungo viaggio in cui si intrecciano storia e leggenda, religione e spettacolo. Un evento unico nel suo genere.
E voi? Avete mai avuto occasione di prendervi parte? Aspettiamo i vostri commenti e le vostre esperienze!


Shingeki no Kyojin, manga, anime, japan italy bridge

Japanese Culture: Shingeki no Kyojin

SHINGEKI NO KYOJIN – Il manga rivelazione degli ultimi anni

Questa volta parliano di Shingeki no Kyojin (進撃の巨人), meglio conosciuto in italia come "L'attacco dei giganti", vera e propria rivelazione di questi ultimi anni.
Per gli appassionati di anime e manga è diventata una serie shōnen action horror di culto. Ai meno appassionati basti sapere che ha in breve tempo sbaragliato tutte le classifiche giapponesi e mondiali, diventando uno degli anime più visti al mondo. Il manga è secondo per numero di vedite solo a One piece.

Per dare qualche cifra, parliamo di circa 2 milioni di copie vendute per volume, contro i circa 3 milioni di copie di One Piece (vendite giapponesi). La cifra è ancora più sbalorditiva se consideriamo che mentre One piece ha alle spalle anni di pubblicazioni (il primo volume uscì nel lontano agosto 1997). Il primo volume dell'Attacco dei giganti è uscito solo nel settembre 2009. Numeri da far girare la testa insomma che gli sono valsi, tra le altre cose, anche il prestigioso premio Kodansha come miglior manga shōnen, nel 2011.

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La trama

Il manga è pubblicato da una delle maggiori case editrici giapponesi, la Kodansha. Al suo attivo ha 21 volumi fino ad ora e nasce dalla penna di Hajime Isayama, che ha ambientato la sua storia in una sorta di Medioevo alternativo.

Tutto ruota attorno al personaggio di Eren Jaegar che vive in un mondo in cui secoli prima l’umanità aveva rischiato lo sterminio totale. I pochi uomini rimasti sopravvivono in un complesso urbano organizzato all’interno di tre mura concentriche alte 50 metri. L’unica difesa tra l’uomo e il mondo esterno popolato da misteriose creature sono appunto i giganti. Queste creature, incredibilmente simili agli esseri umani ma di altezza compresa tra i 3 e i 15 metri, sembrano privi di intelligenza e di uno scopo reale, se non quello di divorare carne umana.

Ma presto un evento porrà fine alla tranquillità durata solo un secolo. Un gigante, alto al punto da superare le mura stesse, appare dal nulla aprendo una breccia nel muro di protezione più esterno. Questo permetterà ai giganti di penetrare e fare strage di vite umane. Eren, vinto il terrore iniziale e il dolore per la perdita della madre, si riprometterà di eliminare ogni singolo gigante esistente, e in questa sua lotta contro l’ignoto non sarà solo.

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La serie animata e la fama internazionale

La vera fama di questo manga la si deve proprio alla serie anime uscita nel 2013. Prodotto da Wit Studio in collaborazione con la più famosa Production I.G.
La differenza dal punto di vista visivo rispetto alle tavole originali di Isayama è sorprendente. Curati fin nel più piccolo dettaglio e animati da animazione estremamente realistica, i personaggi si muovono su uno sfondo anch’esso curatissimo e realistico. I realizzatori della serie hanno quindi colmato le lacune stilistiche del mangaka. Tuttavia Isayama ha seguito in prima persona l’intera produzione dando indicazioni su quale fosse il modo migliore per dare corpo alle sue idee.

La colonna sonora altrettanto curata accompagna tutta la narrazione. Non tace mai, non lascia punti vuoti, ma sottolinea invece ogni istante della storia e contribuisce a coinvolgere lo spettatore in un action anime pieno di colpi di scena.
Azione, horror, intrighi politi, fanatismo religioso e lotta per la sopravvivenza fanno da trama. Qui si muovono personaggi ben delineati che, in un crescendo di azione e suspance, ci mostrano tanto la forza quando la fragilità degli esseri umani.

Niente viene lasciato al caso, e anche i personaggi che in apparenza potrebbero sembrare insignificanti svolgeranno invece un ruolo fondamentale. E proprio l’elemento horror sapientemente dosato senza mai scadere nella violenza nuda e cruda alla ricerca del dettaglio più scabroso, rende l’adattamento anime ancora più pregevole e adatto anche a chi non ama particolarmente questo genere.

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Le interpretazioni

L’opera si presta a numerose interpretazioni. Qualcuno ci ha voluto vedere anche una sorta di propaganda politica. Ma è l’autore stesso ha darci qualche piccola chiave di lettura svelandoci la genesi dell’opera.

Ad esempio, le 3 mura entro le quali gli esseri umani vivono, sono viste sia come una barriera protettiva che come una prigione soffocante. Questa è stessa sensazione che l’autore ha raccontato di aver provato nascendo in una piccola città della prefettura di Ōita circondata dalle montagne. Non sfugge qui il parallelismo con la società giapponese, da sempre isolazionista e protezionista. O ancora, i giganti stessi rappresentano la paura dello sconosciuto, uno sconosciuto che non solo temiamo ma con il quale è impossibile comunicare.

E’ una storia che a tratti si fa angosciante, quella stessa angoscia e paura così comune anche nella società moderna. Niente è come sembra, ma non per questo i personaggi si fermeranno nella loro ricerca della verità e della libertà.

深い闇を俺は抜け出した。疾風(はやて)みたいに逃げ出した。
Fukai yami wo ore wo nukedashita. Hayate mitai ni nigedashita.
Siamo fuggiti da una spessa oscurità. Siamo sopravvissuti a quello sembrava un uragano.
生きた屍みたいだった俺達は、壁の外へ。
Ikita shikabane mitai datta oretachi wa, kabe no soto e.
Noi, che non sembriamo altro che zombie, andremo oltre queste mura.
また会おうぜ、地図にない場所で。
Mata aou ze, chizu ni nai basho de.
Ci incontreremo di nuovo, in un mondo che non esiste su mappa alcuna.

The grate escape dei Cinema staff – Seconda ending

La storia continua

La storia nasconde un segreto che tutt’ora non è stato svelato. Tuttavia, vi interesserà sapere che il manga è entrato ormai nel suo arco finale quindi presto potrebbero venire svelate molte verità interessanti.

In un momento che alcuni definirebbero di stagniazione per l'animazione giapponese, Shingeki no Kyojin ha saputo distinguersi come opera originale e senza precedenti. Isayama ha saputo imporre il suo tratto distintivo e perfettamente riconoscibile. Originalità premiata dal grande successo di pubblico che ha avuto e sta avendo tutt'ora.
Inoltre, un'altra buona notizia per tutti i fan che attendono ormai dal 2013. Dopo numerose smentite, 3 ova, e tanta pazienza, qualche settimana fa è stato confermato che la seconda serie sarà finalmente in onda a partire dal 1 aprile. L'attesa è dunque finita.

Fonti: Atpress; google