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Japanese Folklore: Pretty Guardian Sailor Moon

Pretty Guardian Sailor Moon

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Se vi dico che la sua pettinatura è diventata celebre in tutto il mondo per i biondi codini incorniciati da due teneri Odango (lett. polpetta) sapete di chi sto parlando? No? Non vi dice nulla che il suo outfit sia un misto tra una divisa scolastica e una marinara? No, questo è impossibile perché lei è Usagi Tsukino.

Universalmente nota come Sailor Moon la guerriera che veste alla marinara e che protegge la terra da alieni cattivi sparsi per la galassia. Paladina per i bambini degli anni novanta e co-ambasciatrice del Giappone per i giochi olimpici che si terranno nel 2020.

Nata dalle sublimi tavole di Naoko Takeuchi, agli inizi degli anni novanta divenne da subito un’icona tanto in madre patria quanto all’estero. Ha fatto sognare generazioni con la sua storia d’amore immortale con Tuxedo Kamen. Ha insegnato i valori dell’amicizia con le sue compagne d’avventura le Sailor Senshi, ancora oggi è un mito.

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Le Origini

Sailor moon è nata come spin-off di Codename Sailor V. Ebbene sì! la nostra paladina lunare e nata dopo la sua collega Sailor Venus, vero leader delle Sailor. Questo manga è la rappresentazione migliore del genere Majokko (魔女っ子 "streghetta") sottogenere a sua volta del shōjo. La trama tipica delle opere appartenenti a questo genere, parla di una ragazza magica affiancata da un’animale magico. Nel nostro caso abbiamo i gatti Luna, Artemis e Diana. Solitamente la ragazza possiede poteri magici, mescolando amore e fantasia. Tuttavia Sailor Moon è anche la prima versione al femminile del genere Sentai Mono (戦隊モノ "gruppo d'attacco"). Questo è quel genere fumettistico che racchiude tutti quei manga dove troviamo un gruppo di protagonisti pronto ad unirsi per sconfiggere le forze del male.

Non a caso Sailor Moon è per questo e tanti altri motivi, uno degli esempi migliori di Femminismo nei manga.

L’amore non barriere di tempo, spazio o genere.

Sailor Moon non ha solo insegnato i valori dell’amicizia, ma anche dato un forte impatto sull’amore, senza generalizzare per categorie, come molto spesso accade nei manga e nella vita reale.

Sappiamo tutti che la coppia che spicca più nel manga come nell’anime è quella di Sailor Moon e il suo Tuxedo Kamen, un amore che varca il tempo e lo spazio, immortale.
Innamorati anche nella loro vita passata, la Principessa Serenity e il Principe Endymion, prendono il loro nome dalla Dea greca della Luna Selene e il suo amato principe terrestre Endimione. Dal mito alla realtà, innamorati anche nella loro vita odierna come Usagi Tsukino e Mamoru Chiba, ed in futuro come Neo Queen Serenity e King Endymion.

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Si potrebbe erroneamente pensare che sia Tuxedo Kamen a salvare la nostra eroina quando è nei guai con le sue rose svolazzanti. Tuttavia è solo grazie all’amore di Sailor Moon che riesce a salvarsi ed insieme a lui tutti noi umani. Perché come disse la Takeuchi “Le ragazze devono essere forti per proteggere l’uomo che amano”.

Sailor Moon e i rapporti omosessuali

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Sono presenti anche altre relazioni amorose nel manga. La relazione saffica e non nascosta tra l’androgina Sailor Uranus e la sensuale Sailor Neptune. Una relazione velata ma che spicca bene dal terzo atto della saga in poi.

Il rapporto Omosessuale tra due degli emissari del Dark Kingdom. Tuttavia, Zoisite e Kunzite avevano un rapporto che cambia a seconda dell’adattamento. Essi erano protagonisti di un legame amoroso nell’anime contro una forte amicizia nel manga.

Possiamo anche citare il legame forte che unisce Sailor Mars e Sailor Venus, proprio per ricordare l’unione del mito tra Marte e Venere.

Naoko Takeuchi: un impero tra stelle, arte e moda.

La mamma della nostra bella marinaretta, come detto è Naoko Takeuchi classe 1967. Potremmo dire che ha vinto la lotteria della vita nel mondo dei manga. Non solo la sua opera più famosa Sailor Moon è conosciuta in tutto il mondo, ma ha anche sposato Yoshihiro Togashi, il papà di Yū Yū Hakusho e Hunter x Hunter. Inoltre è amica di altrettanto famose Mangaka come Wataru Yoshizumi (Marmalade Boy) e Yuu Watase (Fushigi Yûgi).

La passione per il disegno l’ha sempre avuta anche se ha frequentato studi universitari in chimica. Il suo tratto è caratterizzato da linee pulite e delicate, molto vezzose negli art book con centini che fungono come decori.

È una donna dalle molteplici passioni, che spaziano dalla lettura, le macchine, l’arte e altro. Molte volte ha usato come riferimento per le sue illustrazioni le opere di Art Nouveau di Alfons Mucha. Altra grande passione è la moda, molti abiti usati dalle guerriere Sailor e dai loro nemici si rifanno alla Maison Dior. L’iconico il meraviglioso abito di Princess Serenity prende spunto dal modello “palladio” dalla collezione Dior primavera/estate dell’92.

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Grazie all’anniversario dei vent’anni ed ora dei venticinque ora, Sailor Moon brilla di una nuova fortunata stella. Gioia per tutti i bambini cresciuti con lei che ormai sono diventati collezionisti adulti.

Il Francising Sailor Moon

Il franchising di Sailor Moon spazia dalle classiche bambole, alle più svariate action figure. Inclusi anche innumerevoli prodotti di makeup, svariati oggetti di culto come la proplica del Moon Stick, abiti e molto altro.

Il manga ha avuto una serie live action, diversi OVA, musical. Non dimentichiamo il riadattamento con Sailor Moon Crystal uscito il 5 luglio 2014.

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A Tokyo per un periodo di tempo è stato aperto un bar a tema. Per tutti quelli sfortunatamente non è riuscito a passarci, potete visitare Azabu Juban “shopping street” quartiere centrale a Tokyo. Questo infatti è uno dei quartieri che molto spesso appare nei fotogrammi di Sailor Moon. Per qualsiasi fans che si rispetti questo è un luogo mecca per sentirsi una vera Guerriera Sailor.

Photo credits: Tumblr, Pinterest.


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Japan Folklore: Kitsune

Kitsune (狐)

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La volpe che torna sempre

Kitsune. Furbe, scaltre, con una bellissima pelliccia colore delle foglie d’autunno, una folta coda e un musetto che quasi ti sorride. Le volpi sono in molte culture gli animali per antonomasia dell’astuzia, ma in Giappone hanno qualcosa in più. Esse infatti hanno qualcosa di sopranaturale e magico.

Le Kitsune sono nel folklore nipponico spiriti dotati di grandi poteri. Esse sputano fuoco, fulmini ed entrano nei sogni altrui. Questi poteri aumentano con il passare della loro longeva vita. Anche le loro code passano da una a due, tre fino ad arrivare a nove. Il manto che muta diventa di color bianco (talvolta oro) ma in alcune varianti anche nero. Le Kitsune sono famose per essere spiriti mutaforma. Moltissime sono le leggende dove queste creature si trasformano in bellissime e avvenenti donne che fanno innamorare il fortunato o sfortunato umano di turno.

Sono esseri ambivalenti, da un lato amabili amanti e dall’altro maliziose creature. Ci sono infatti diversi tipi di Kitsune. Le Zenko (善狐 "volpi buone") sono le accompagnatrice di Inari la divinità shintoista dell’agricoltura, il raccolto, il riso e la fertilità. Esse sono spiriti benevoli ed il loro incontro può solo portare liete novelle. Al contrario le Yako (野狐 "volpi di campo", o nogitsune) sono dispettose o per lo più malvagie.

In contrapposizione alle Zenko con il loro poteri portano guai e riescono a possedere gli esseri umani. I poveri malcapitati vengono chiamati yako-tsuki e la possessione li fa sembrare folli. Nel passato per giustificare malati di mente si credeva fossero posseduti da queste entità maligne. Talvolta l’incontro con loro causa la morte.
Oltre ad essere intelligenti sono molto sagge. Questa saggezza accresce con il tempo come i poteri fino alla onniscienza. Esse sanno tutto quello che succede nel mondo, conoscono il passato e ciò che accadrà in futuro.

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Leggenda Narra

Effettivamente la parola Kitsune non significa letteralmente volpe. Kitzu era il termine che ne indicava il verso. In giapponese antico, kitsu-ne significava "torna e dorme" oppure ki-tsune "torna sempre". La giustificazione può essere data da una delle tante leggende su questi spiriti. La più antica narra:

«Ono, un abitante di Mino (come narra un'antica leggenda giapponese del 545 d.C.), impiegò molto tempo per trovare il suo ideale di bellezza femminile. Una sera trovò la donna perfetta in una vasta palude decidendo quindi di sposarla. Contemporaneamente alla nascita del primo figlio anche il cane di Ono ebbe un cucciolo, che crescendo divenne sempre più ostile verso la donna delle brughiere. Ella pregò il marito di ucciderlo, ma lui si rifiutò. Un giorno il cane l'attaccò terrorizzandola tanto che lei tornò alla sua originale forma volpina e scappò via.

"Sarai anche una volpe" le diceva poi Ono "ma sei la madre dei miei figli e io ti amo. Torna quando ti pare; sarai sempre benvenuta".

Così ogni sera ella tornava e dormiva tra le sue braccia.»

(Dal racconto Torna e dorme scritto dal monaco Kyoukai nel tardo VIII secolo o all'inizio del IX secolo)

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Un essere dualista

Come detto sono spiriti mutaforma, hanno la capacità trasformarsi senza problemi d’età o di sesso. La loro figura più famosa e indubbiamente affascinante è quella di una bella e giovane donna. Infatti kitsune-gao (狐顔 "faccia da volpe") e un termine usato per descrive lineamenti femminili, con zigomi alti con occhi fini e ravvicinati considerati molto sensuali. Secondo la tradizione si crede che vedere vagare senza meta una bella donna durante le ore dell’imbrunire sia in realtà una volpe.

Per poter scoprirne la vera natura bisogna trovarne la coda poiché le Kitsune non riescono a mascherarla nella trasformazione. In alternativa si dovrebbe essere persone leali ma anche la loro avversione per i cani può essere un segnale, proprio perché animali leali riescono a percepirne il vero essere. Talvolta nella loro forma maligna le Kitsune traggono forza e potere dai proprio amante. Assorbono le loro energie tramite rapporti sessuali e prosciugano le forze dell’essere umano e macabramente ne causano la morte.

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Ci sono diversi santuari dedicati ad Inari il loro protettore ed e usuale trovare raffigurazioni di questi animali in giro per i templi. Il più conosciuto è il Fushimi Inari Taisha il santuario dedicato alla divinità situato a Kyoto. Presenti anche nel buddismo, troviamo Dakini l’alterego femminile di Inari, mentre cavalca una volpe bianca brandendo una spada. In questi templi, i fedeli sono soliti lasciare offerte di cibo per loro, udon, soba, sushi ma preferibilmente l'aburaage tofu fritto di cui si dice le Kitzune siano grandi golosone.

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Dalla tradizione alla animazione

Sono indubbiamente creature molto amate in Giappone. Sono presenti nelle maschere tipiche dei spettacoli teatrali in diverse varianti: Gin-Tenko /volpe d’argento, Kinko /volpe d’oro, Hakuko/volpe bianca e molte altre. Nei netsuke sono statuine di legno o avorio che fungono come borselli per adornare i kimono, ed è normale trovarle spesso in manga o anime di enorme successo. Il più famoso negli ultimi anni è stato sicuramente “Naruto”, il giovane ninja che ha sigillato dentro di se lo spirito di una volpe.

Questo animale infatti è presente nei tratti del carattere, nell’aspetto fisico e nei poteri. Ritroviamo le volpi anche in “Inuyasha” dove Shippo è un piccolo demone volpe che combina simpatiche gag mutando aspetto. Anche in Kurama personaggio di “Yu degli spettri” che da spirito di volpe rinasce umano come Shuichi Minamino. Molto presente in questo ultimo personaggio il bellissimo dualismo di questi spiriti. Da un lato umano di buona indole, devoto verso la madre, leale agli amici mentre dall’altro spirito di volpe crudele ed impassibile. Tuttavia, questi sono solo alcuni esempi di quanto abbiano influenzato il mondo dell’animazione.

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A Shiroishi, città situata a Tohoku regione nel nord del Giappone, si trova il Miyagi Zao Fox Village, un parco faunistico dove si possono incontrare questi simpatici animali nel loro habitat naturale ed in libertà. Qui si può notare come essi siano socievoli ed è facile scattare foto ed interagire con loro.

Festival, parate

Ovviamente in un paese amante delle tradizioni come il Giappone vi sono numerosi festival per celebrarli. Il Kitsunebi Matsuri, festival della volpe di fuoco, si celebra il quarto sabato di settembre in prossimità del santuario Okura Inari di Hida. In questa occasione, gli abitati creano una mascherata, un matrimonio per auspicarsi fortuna. Durante il capodanno invece a Kita (quartiere speciale di Tokyo) si celebra la parata delle volpi di Ōji. In questo evento, ci si veste da volpe per recarsi nel santuario di Ōji Inari. Questa parata prende spunto da una leggenda che vuole che le volpi di tutto il Giappone si riuniscano sotto un albero travestite da umani per festeggiare il capodanno e raggiungere assieme il santuario.

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I Matrimoni

Troviamo anche il modo di dire Kitsune no yomeiri (狐の嫁入り "matrimonio di volpi"). È risaputo che di notte le Kitsune si riuniscono, ed in fila l’una dietro l’altra percorrono i fiume e le montagne con lanterne di carta per celebrare delle nozze. Eccezione fa Tokushima dove si crede sia una processione funebre. A detta dei giapponesi se fuori piove ma c’è il sole le volpi festeggiano un matrimonio. Il pensiero cambia a seconda della zona dove ci troviamo. Per esempio, con la neve a Ehime mentre con l’arcobaleno a Kumamoto. A volte, con questi fenomeni atmosferici capita di notare delle sfavillanti lucine, esse sono infatti le lanterne delle volpi! Quando vi capita, fate attenzione, potreste vedere un matrimonio di volpi anche voi.

Photo credits: tokyoblingmangadreams; pinterest; deviantart.

 


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Japan Culture: Harajuku Girls

Harajuku Girls

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Harajuku girls - Delle Harajuku girls (原宿ガール Harajuku gāru) ne abbiamo sentito parlare almeno una volta tutti, se non altro per le melodie di Gwen Stefani. La cantante infatti, nel 2004 riuscì a scalare le classifiche internazionali con le sue hit rendendo celebre in tutto il mondo questo stile d’abbigliamento. Nonostante fosse molto strano per un occhio occidentale, il gruppo divenne un forte successo creando un vero e proprio impero. A seguito di ciò, si sono sviluppati veri e propri marchi come Harajuku Lovers, ormai celebre in tutta l’America. Non dimentichiamo il recente KuKu Harajuku, cartone animato ispirato alla band e alla moda. Nonostante Gwen Stefani sia riuscita ad imporsi nel mercato occidentale con il suo brand, non ne è l’ideatrice. Questo particolare look vede la sua nascita già da qualche anno prima per le strade della mai noiosa Tokyo.

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Originatosi nella seconda metà degli anni novanta, il termine Harajuku (原宿 Harajuku, "alloggio nel prato") vede la sua nascita nell'omonima zona.
Shibuya, quartiere speciale di Tokyo dove è situata la stazione di Harajuku, è luogo noto per la creazione di nuove tendenze, mai banali ed estremamente in voga tra i giovani giapponesi. Questo è anche il quartiere con le più famose strade dedicate allo shopping. Le rinomate Omotesando e Takeshita, dedicate rispettivamente alle marche più note (Chanel, Dior, Louis Vuitton ecc) e allo stile giovanile ed alternativo. Quest’ultimo tende a mescolarsi con un intreccio di brand e stili, andando a creare qualcosa di sempre innovativo.

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L’Harajuku look fa parte della street fashion. Al suo interno è possibile trovare diversi sotto stili: gothic lolita, sweet lolita e decora per citarne solo alcuni. Nonostante essi vengano associati in prevalenza alle le ragazze in età adolescenziale, all’interno di questa cultura i ragazzi non ne sono esenti. Non è raro infatti trovare fra questi coloro che seguono uno stile più legato al punk giapponese.

Colori sgargianti, tessuti su diversi strati, Kimono tradizionali si mescolano con capi occidentali e accessori fuori dalle righe. Il tutto rende brillante il modo di imporsi in queste strade. Chi decide di seguire lo stile Harajuku, deve prepararsi alla costante corsa all’ultimo trend, poiché in Giappone tutto viene surclassato in un breve lasso di tempo.
È ammesso e concesso tutto nel look purché sia sempre un'espressione della propria individualità personale. Non c’è un modello preciso da seguire, non si deve essere la copia di qualcun altro. L'importante è esprimere il proprio modo di essere. Per questo motivo, più che una semplice moda diventa un vero e proprio stile di vita.

Photo credit: Tokyo FashionAmy in Wonderland